Riunione del 7 febbraio 2001
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Narrativa a cura di Luisa Gabbiani Flynn

Carla Bossola
La prima riunione del nuovo millennio si e` svolta alla presenza di circa cinquanta sostenitori venuti ad ascoltare la bravissima Dott.ssaCarla Bossola la quale ha entusiasmato l'udienza con una dettagliata narrativa della vita artistica e personale del commediografo ed attore napoletano Eduardo De Filippo. 

La riunione ha procurato una serata eccezionale per gli appassionati del cinema, del teatro e della cultura italiana.  Dopo le parole introduttive del nostro Franco Giannotti, la Dott. Carla Bossola ci ha parlato di Eduardo De Filippo, il quale, dopo il Goldoni e Pirandello, è considerato il maggior drammaturgo italiano.

Eduardo De Filippo nacque a Napoli il 24 maggio 1900 e morì a Milano nel 1984.  Sia Eduardo che il fratello Peppino e alla sorella Titina furono figli naturali del grande attore Eduardo Scarpetta, un fatto che avrà una profonda influenza sulla sua vita e le sue opere.  Esordì nel 1904 nella commedia La Geisha e fino ai vent’anni recitò in tutti i generi del teatro, dalla commedia italiana alla rivista.  Più tardi con il fratello Peppino passò nella compagnia del Teatro Nuovo di Napoli dove già recitava la sorella Titina. 

Nel 1931 lasciò il Teatro Nuovo per formare il suo Teatro Umoristico, nel quale le recite venivano rappresentate tra una proiezione cinematografica e l’altra.  Nel 1932 fondò una compagnia stabile per spettacoli destinati a regolari teatri.  Attore, poeta e drammaturgo, Eduardo fu sempre ispirato da sentimenti umani, come indicano le sue parole “… tutto ha inizio sempre da uno stimolo emotivo:  reazione a un’ingiustizia, sdegno per l’ipocrisia mia o altrui.” 
 

La Dott. Bossola ha proiettato scene tratte da tre delle sue commedie:

  • Napoli milionaria, che  mostra le devastazioni materiali e morali apportate dalla guerra, il cinicismo e l’avidità di chi pratica la borsa nera e la necessità di un rinnovamento interiore e di un nuovo senso di compassione e solidarietà.
  • Filumena Marturano, che esalta la forza e la dignità della “madre” che reclama giustizia per sé e per i propri figli e riesce a trasformare anche Domenico, il personaggio maschile che finalmente supera il proprio egoismo.

  • Il Pretore Vincenzo, un’accusa alla società e alle sue leggi da parte di un escluso, il trovatello Vincenzo, che diventa ladro e crede di trovare in S. Giuseppe un santo che lo protegga, il sostituto di quel padre che non ha mai conosciuto.

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