Carla Bossola |
La prima riunione del nuovo millennio
si e` svolta alla presenza di circa cinquanta sostenitori venuti ad ascoltare
la bravissima
Dott.ssaCarla Bossola la quale ha entusiasmato l'udienza
con una dettagliata narrativa della vita artistica e personale del commediografo
ed attore napoletano Eduardo De Filippo.
La riunione ha procurato una serata eccezionale
per gli appassionati del cinema, del teatro e della cultura italiana.
Dopo le parole introduttive del nostro Franco Giannotti, la Dott.
Carla Bossola ci ha parlato di Eduardo De Filippo, il quale, dopo il Goldoni
e Pirandello, è considerato il maggior drammaturgo italiano. |
  
Eduardo De Filippo nacque a Napoli il 24 maggio
1900 e morì a Milano nel 1984. Sia Eduardo che il fratello
Peppino e alla sorella Titina furono figli naturali del grande attore Eduardo
Scarpetta, un fatto che avrà una profonda influenza sulla sua vita
e le sue opere. Esordì nel 1904 nella commedia La Geisha e
fino ai vent’anni recitò in tutti i generi del teatro, dalla commedia
italiana alla rivista. Più tardi con il fratello Peppino passò
nella compagnia del Teatro Nuovo di Napoli dove già recitava la
sorella Titina.
Nel 1931 lasciò il Teatro Nuovo per formare
il suo Teatro Umoristico, nel quale le recite venivano rappresentate tra
una proiezione cinematografica e l’altra. Nel 1932 fondò una
compagnia stabile per spettacoli destinati a regolari teatri. Attore,
poeta e drammaturgo, Eduardo fu sempre ispirato da sentimenti umani, come
indicano le sue parole “… tutto ha inizio sempre da uno stimolo emotivo:
reazione a un’ingiustizia, sdegno per l’ipocrisia mia o altrui.”
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La Dott. Bossola ha proiettato scene tratte da
tre delle sue commedie:
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Napoli milionaria, che mostra
le devastazioni materiali e morali apportate dalla guerra, il cinicismo
e l’avidità di chi pratica la borsa nera e la necessità di
un rinnovamento interiore e di un nuovo senso di compassione e solidarietà.
-
Filumena Marturano, che esalta la forza
e la dignità della “madre” che reclama giustizia per sé e
per i propri figli e riesce a trasformare anche Domenico, il personaggio
maschile che finalmente supera il proprio egoismo.
Il Pretore Vincenzo, un’accusa
alla società e alle sue leggi da parte di un escluso, il trovatello
Vincenzo, che diventa ladro e crede di trovare in S. Giuseppe un santo
che lo protegga, il sostituto di quel padre che non ha mai conosciuto.
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