Il
6 febbraio Nerina Giannotti ha fatto gli onori di casa in assenza di Franco,
trattenuto altrove da un impegno di affari. Dopo l’ottima cena, preparata
con cura come sempre dai coniugi Gandolfo, abbiamo avuto il piacere di
ascoltare Gaudio delle Cese, assiduo partecipe e sostenitore di IPP, il
quale ha trattato soggetti vari legati soltanto da un filo in comune, come
spiegato nel titolo della presentazione: Cose di casa nostra.
Gli aspetti dell’Italia discussi da Gaudio non sono certamente tutti positivi;
al contrario, ma insieme servono a darci una immagine del Bel paese al
di là degli stereotipi e delle immagini pubblicitarie.
Con la premessa “l’autocritica è il grande
pregio degli italiani e la mancanza di autostima il loro grande difetto”,
Gaudio ci ha preparati ad ascoltare l’interessante esposizione di avvenimenti,
abitudini e idiosincrasie particolarmente italiane che ha fatto seguito.
Per prima cosa ha parlato della lingua italiana,
imbastardita, secondo alcuni, dal continuo influsso di parole straniere,
specialmente inglesi, che spesso fanno rabbrividire i puristi: sponsorizzare,
cliccare, part-time, leader…chi non ha sentito queste parole e pensato:
perché non usare parole italiane che esprimono lo stesso concetto?
Ma la lingua italiana è il prodotto di duemila anni di prestiti
di parole provenienti da altre lingue. A cominciare dai tempi degli
antichi romani, che si portavano a casa bottini di tutti i tipi, incluse
le parole, la lingua italiana continuò ad arricchirsi attraverso
i secoli ed è per questo che è rimasta viva. Dal greco
venne quasi tutta la terminologia scientifica, medica, letteraria, filosofica,
ecclesiastica, urbanistica, teatrale e moltissimi altri lemmi entrati nell’uso
comune, come borsa, camera, pasta, aria, garofano lampada. Più
tardi nuove parole furono prese dai molti paesi con cui il popolo italico
venne in contatto, arricchendo non solo il vocabolario ma anche la cultura
e la mente della popolazione.
Ci ha poi parlato dei femminelli, un fenomeno
particolare di certe zone di Napoli, dove i travestiti sono accettati e
messi a buon uso dalle donne del quartiere per le quali adempiono molti
servizi, come fare la spesa, rammendare, badare ai bambini, dirigere le
tombole e le lotterie; di Torino, vista come città dalle numerose
sette sataniche, dove il fatturato dell’occulto è superiore a quello
della FIAT, dove esistono molte sette segrete, dove sorse la prima loggia
massonica e dove vissero Cagliostro e Nostradamus; di Avellino, la città
dove per mandare avanti una pratica c’è bisogno di un intermediario,
dove la disoccupazione è rampante e forza i giovani a procurarsi
un certificato di invalidità dal medico compiacente, tantoché
è possibile trovare il cieco che guida l’automobile; dove una famiglia
riesce a farsi la casa, o anche due, con i contributi previdenziali che
riceve dal governo; e infine ancora di Napoli (o meglio del ventre di Napoli),
dove nel sotterraneo della Chiesa di S. Pietro ad Aram ci sono i loculi
di legno di morti ignoti e antichi, le cosiddette anime pungenti, a cui
la cultura popolare ha attribuito nomi, storie e poteri miracolosi.
Una serata divertente, conclusa con il sonetto
di Dante “Tanto gentile e tanto onesta pare” recitato da Luisa Gabbiani
Flynn.
Arrivederci al 3 aprile, quando Anna Amelung ci
parlerà di Cleopatra, la famosa regina d’Egitto che ha lasciato
un’impronta indelebile nella storia.
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