Marcello Delli Zotti
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Il
divino Raffaello
Alla riunione
di dicembre, Marcello Delli Zotti ci ha trasportati nel Rinascimento, epoca
che lo affascina particolarmente e di cui è senza dubbio un esperto,
facendoci conoscere il grande Raffaello come uomo e pittore. Marcello,
anche lui un pittore, si è specializzato nella riproduzione di famosi
artisti; e questo lo fa con la tenace passione e dedizione da lui perfezionate
per mezzo di un serio studio delle tecniche e dei colori usati dagli artisti
nelle varie epoche. Perciò Marcello non si limita a copiare,
ma studia sia i pittori che i soggetti rappresentati nei dipinti che esegue.
(Se volete vedere i quadri di Marcello, cliccate qui: www.marcello5567.com.)
Perciò
è stato veramente un privilegio assistere alla sua presentazione
all’ultima riunione di Italiano per piacere, durante la quale ci ha parlato
del divino Raffaello e ci ha fatto vedere le meravigliose immagini delle
sue opere, alcune delle quali sono riprodotte in questo riassunto.
La vita del
grande pittore, chiamato divino come spetta soltanto a lui e agli altri
due grandi del Rinascimento, Michelagelo Buonarroti e Leonardo da Vinci,
inizia il 6 aprile 1483 ad Urbino. Il padre è Giovanni Santi,
il pittore ufficiale del duca di Urbino. (Il cognome fu latinizzato
in Santium, che, essendo pronunciato Sanzium all’italiana, fu trasformato
in Sanzio.) La madre, Magia, muore quando Raffaello ha soltanto otto
anni. Poco dopo il padre si risposa ma dopo soli tre anni muore anche
lui ed il ragazzino rimane sotto la tutela dello zio paterno Bartolomeo. |
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...un saggio della sua abilita` |
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Non abbiamo documenti
certi sull’attività del ragazzo ma si arguisce che, dopo il tirocinio
nello studio del padre, si sia dedicato completamente alla pittura, grazie
anche ad un fondo lascatogli dal nonno materno, commerciante in granaglie.
All’inizio probabilmente
è alla scuola di Timoteo Viti, un collaboratore di Giovanni Santi
che lo aveva succeduto come pittore di corte ad Urbino. Ma gli orizzonti
di Raffaello sono molto più vasti di quelli del suo maestro:
infatti nelle opere di quel periodo è chiara l’influenza di pittori
di altre località, quali Venezia (dove impera la scuola coloristica
di Giorgione e dei Bellini), Mantova (dove trionfa la prospettiva del Mantegna),
Milano (dove Leonardo usa lo sfumato ed il chiaroscuro) e Perugia, dove
Raffaello lavora per qualche anno presso il Perugino, il più grande
pittore del momento. A Siena, dove era stato chiamato dal Pinturicchio,
vecchio amico del padre, produce quattro disegni: uno di questi è
il bellissimo L’imbarco del Papa per il Concilio”, che viene affrescato
dal Pinturicchio in modo non molto convincente.
L’ultima sua
grande opera è La transfigurazione, che anticipa le composizioni
barocche e in cui si nota l’influenza del Tiziano. Raffaello non
riesce a completarla: si ammala di febbre che viene curata, come
era solito farsi in quell’epoca, con massicci salassi che invece di aiutarlo
a superare la malattia lo debilitano. Il giorno prima di morire vuole
accanto a sè Margherita a cui fa il dono di una ingente somma.
È il 6 aprile del 1520 e Raffaello ha esattamente 37 anni.
Viene sepolto nel Pantheon, come desiderava.
Due anni prima in Francia
era morto Leonardo, più anziano di circa 30 anni, mentre Michelangelo
(1475-1564), lo sopravviverà per altri 44 anni. Con la morte
di questi tre grandi pittori finisce il Rinascimento italiano.
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Per visualizzare la presentazione
di Marcello, assieme a qualcuna delle foto piu` interessanti, selezionate
qui: www.italystl.com/ipp/03dic/Raffaello.pdf
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I famosi angioletti ai piedi
della Vergine nella Madonna Sistina riprodotti magistralmente da Marcello
Delli Zotti |
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