Riunione del 5 dicembre 2005
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per ingrandirle - Selezionate "Riunioni" per ritornare all'indice delle riunioni. Narrativa a cura di Luisa Gabbiani Flynn.
Dr. Antonella Rastelli
Un tributo al Dottor Giancarlo Rastelli
   Alla riunione del 7 dicembre abbiamo avuto la straordinaria occasione di ascoltare la dott. Antonella Rastelli in una presentazione in onore del padre, il chirurgo Giancarlo Rastelli, che è considerato uno dei pionieri della chirurgia cardiaca per aver ideato l’operazione che porta il suo nome per la correzione della trasposizione dei grossi vasi sanguinei; il Dott. Rastelli è anche conosciuto per aver sviluppato la classificazione del canale atrio-ventricolare che ha permesso di capire i difetti cardiaci da un punto di vista anatomico e di sviluppare tecniche chirurgiche per riparare tali difetti.  Ma Antonella non si è soffermata sull’aspetto scientifico della vita del padre, ma su quello umano, che in realtà ha scoperto di recente anche lei e su cui sta ancora facendo ricerche.  È stata una presentazione commovente, sentita, molto ben organizzata e complementata da elementi visivi, che ha toccato le corde più sensibili di tutti i presenti.
Dr. Giancarlo Rastelli

   Per prima cosa abbiamo celebrato la stagione natalizia con vari premi distribuiti con allegria da Gaudio e Marcello a molti dei fortunati presenti.  Quando Antonella ha preso il podio, per prima cosa ha ringraziato profusamente Franco Giannotti per il suo ruolo nella comunità di promotore della lingua italiana e si è congratulata con lui per essere stato recentemente eletto rappresentante degli italiani all’estero per la nostra regione, ma la foto che lo mostrava a fianco dell'Onorevole Pier Ferdinando Casini, Presidente della Camera dei Deputati al Parlamento Italiano, andò persa nei bits e rams del laptop (la riproduciamo più avanti...).   Ha inoltre ringraziato la sua famiglia, il marito Dott. Maurizio Corbetta, e i figli Chiara e Mattia (anche loro più avanti...), per il sostegno datole durante le sue ricerche. 

   Antonella ha tenuto a precisare che questa è la prima volta che parla in pubblico del padre, morto quando lei aveva soltanto quattro anni e di cui dunque le rimane una memoria lontana e di bimba.   Ma nel 2005 sono accaduti tre avvenimenti che l’hanno trascinata di nuovo nel passato, forzandola a ricordare a rivalutare, 35 anni dopo la sua morte, la vita del padre che non ha avuto modo di conoscere se non per breve tempo. 

  Il primo evento, e il più importante, è stato quello di scoprire e di venire in possesso di tutte le lettere che suo padre scrisse alla sua famiglia dagli Stati Uniti quando aveva soltanto 27 anni ed ara pieno di entusiasmo, curiosità e speranza per il futuro.  Essendo una persona molto disciplinata, scriveva ogni 10, 15 giorni, lasciando quindi una specie di diario ricco delle sue impressioni e idee.  È così che per la prima volta invece di sentire da altri la descrizione della sua personalità e dei suoi pensieri, Antonella ha avuto la rara e preziosa occasione di leggere le sue parole e di “ascoltare” i suoi racconti come se venissero narrati direttamente a lei. 
 

    Il secondo evento è stato la celebrazione alla Mayo Clinic del 50° anniversario della prima operazione a cuore aperto.  Durante questa celebrazione Antonella ha anche “ritrovato” il suo padrino, un anestesiologo di novantadue anni ancora molto in gamba che la sta tuttora aiutando a metterla in contatto con amici del padre negli Stati Uniti.  Inoltre, nel museo della Mayo Clinic Antonella ha avuto la piacevole sorpresa di vedere la fotografia del padre. 

   Il terzo e il più complicato evento affrontato nel 2005 è quello del processo di canonizzazione del padre iniziato dalla Chiesa Cattolica appunto in quell’anno.  È da immaginare la sorpresa di Antonella quando, una sera dello scorso febbraio, ha ricevuto una telefonata da un giornalista dello Star Tribune di Minneapolis il quale voleva sapere quale fosse la sua reazione alla possibilità che suo padre fosse dichiarato santo.
 

   Giancarlo Rastelli nasce a Pescara, negli Abruzzi.  Il padre era giornalista e la madre maestra.  I nonni Rastelli erano di umile origine: la nonna faceva la portinaia e il nonno era il figlio dei proprietari di un piccolo negozio di alimentari nel Polesine.  Giancarlo manterrà sempre un profondo attaccamento a questa terra povera, ricca soltanto di pioppi e dense nebbie invernali, di pescigatto e carpe nel Po e della saggezza della gente locale.  Crescerà a Parma, la città famosa per il duomo di stile romanico e specialmente per il battistero, scolpito in marmo rosa nel XII secolo.  A Parma il giovane Giancarlo frequenta il Liceo Classico e ottiene il diploma due anni prima dei suoi coetanei, iniziando perciò l’università di medicina a 17 anni.  Si laurea summa cum laude a 23 anni e la sua tesi, che vince il premio Le petit, ottiene la dignità di stampa.  Benché appassionato dello studio e della medicina, Giancarlo è però anche un giovane molto socievole: ha molti amici, gioca a ping pong e soprattutto torna spesso al suo amato Po per pescare e andare in barca. 

   Tra le sue passioni annovera anche l’alpinismo e lo sci, ed è appunto in una di queste escursioni sulle Alpi che incontra Anna Anghileri, la sua futura moglie.  Anna, brava pittrice e appassionata d’arte, è a sua volta ben conosciuta dai sostenitori di IPP per la sua interessante presentazione, nel dicembre 2000, sugli affreschi di Giotto che si trovano a Padova nella Cappella degli Scrovegni.

   Dopo la laurea Giancarlo inizia il tirocinio clinico ospedaliero come chirurgo all’ospedale di Parma.  Nel 1960 le sue ricerche gli procurano una borsa di studio della NATO che gli offre la possibilità di trascorrere 10 mesi negli Stati Uniti in un ospedale di sua scelta.  Giancarlo sceglie la Clinica Mayo, attratto dalla presenza del dottor John Kirklin, all’avanguardia nel campo della chirurgia cardiaca, e nel settembre del 1961 salpa per gli Stati Uniti sulla nave greca Regina Federica, ribattezzata immediatamente da lui La basilissa, che in greco vuol dire regina.  É un viaggio avventuroso che Giancarlo descrive in tre lettere scritte sulla carta intestata della nave. 
 

   L’abitudine di usare la carta da lettere del luogo in cui si trovava, sarà molto utile alla figlia nel ricostruire le avventure del padre.  A Rochester lavora per due anni nel laboratorio di Jeremy Swan, con cui stabilisce un ottimo rapporto sia lavorativo che personale; oltre ad eseguire cateterismi cardiaci su bambini con malattie cardiache congenite, viene a far parte di una compagnia di attori che si riunisce al teatro civico di Rochester.  La sua passione per la musica classica gli apre molte porte e lo spinge a crearsi un’ottima collezione di dischi a 33 giri, che più tardi sarà l’unica cosa da cui la moglie non riuscirà a separarsi e che porterà con sé al suo ritorno in Italia. 

   Dopo due anni nel laboratorio di Swan, Giancarlo decide di entrare nel reparto clinico, e dopo aver dato gli esami per far riconoscere la sua laurea di medicina negli Stati Uniti, comincia a lavorare nel reparto cardiochirurgico sotto la tutela di Kirklin. 
 

   Nell’agosto del 1964 si sposa con Anna nella cattedrale romanica di un paesino vicino a Parma.  Solo due settimane più tardi, quando Giancarlo si sottopone all’annuale visita medica di controllo, la radiografia del torace mostra una piccola massa mediastinica.  La biopsia di un linfonodo rivela una diagnosi tremenda: linfoma di Hodgkin, una malattia per cui a quei tempi non c’era una cura. 

   Da questo momento la vita dei due sposi cambia completamente; sanno che non hanno molto tempo davanti a loro da vivere insieme, ma accettano la sentenza in modo straordinario.  Il loro tempo si dilata infinitamente, smette di esistere come ciclo di luce e di buio.  Le fredde notti del Minnesota diventano lunghissime e insonni, spesso trascorse lontani: lui in laboratorio e lei a casa a dipingere, in attesa di parlarsi al telefono e raccontare i reciproci progressi. 
 

É un amore sconvolgente.  Durante questi anni intensissimi la madre dipinge e disegna di tutto, mentre il padre va ad aste di campagna e ai mercati delle pulci per trovare vecchie cornici con cui incorniciare i quadri della moglie.  Nonostante il fatto che durante questi cinque anni Giancarlo è sottoposto ad interventi chirurgici, radioterapia e chemioterapia, questo è anche il suo periodo più produttivo dal punto di vista lavorativo:  infatti sviluppa l’intervento che porta il suo nome, la classificazione del canale atrio ventricolare e riceve numerosi premi, incluso l’Allen Welkin Award, il Mayo Staff Award, la medaglia d’oro dell’American Medical Association consecutivamente nel 1968 e ’69, e contribuisce allo sviluppo di una delle prime Intensive Care Units.

   Antonella è restata particolarmente colpita dal fatto che con la scoperta del linfoma di Hodgkin il padre decide di abbandonare la sala operatoria e il lavoro clinico e di dedicarsicompletamente alla ricerca nella speranza di utilizzare il prezioso tempo rimastogli per fare qualcosa di buono. Questa non fu una decisione facile, anzi Antonella ha scoperto, parlando con un un cardiochirurgo olandese, caro amico del padre, che questa fu una decisione molto sofferta, soprattutto all’inizio. 


  A Rochester Giancarlo ed Anna aprono la loro casa a tutte le famiglie italiane con bambini che vengono a farsi visitare e operare alla Mayo Clinic, e spesso queste famiglie restano per numerose settimane, a volte mesi.  E quelle poche volte che torna in Italia in vacanza Giancarlo dedica il suo tempo a visitare bambini con malattie cardiache che i suoi amici e colleghi italiani gli presentano. 

   Nel gennaio del 1970 improvvisamente e molto velocemente la salute di Giancarlo deteriora; muore dopo solo due settimane, il 2 di febbraio del 1970.
   Una lettera di Kirklin pubblicata sul Mayo Vox due settimane dopo la sua morte testimonia lo spirito indomito e la serenità con cui Giancarlo ha affrontato la sua dura sorte, continuando il suo lavoro fino all’ultimo senza lamentarsi e senza mai far cenno alla malattia mortale che lo consumava giorno per giorno. 
 

   Ispirata da tutte queste scoperte sulla vita del padre e colpita soprattutto dal suo senso pratico, Antonella ha deciso di stabilire un fondo di denaro in suo nome per onorare il suo desiderio di aiutare il prossimo.  Lo scopo del fondo è il seguente:
1.  Stabilire una conferenza di aggiornamento nel campo della cardiologia e cardiochirurgia in suo nome.
2.  Creare dei premi di ricerca (research awards) per giovani medici di talento nel campo della cardiochirurgia e cardiologia.
3.  Creare dei premi clinici (clinical awards) per assistere medici provenienti da paesi in via di sviluppo ad ampliare la loro esperienza clinica e chirurgica e riportarla nel paese di origine.
Si tratta di un programma di grande respiro il cui successo dipende da tutti, ma che perpetua il desiderio di suo padre di continuare a migliorare se stessi e di aiutare il prossimo in maniera concreta.

Per finire, Antonella ci ha fatto ascoltare il concerto per due violini di Vivaldi, suonato dal violinista David Oistrach, spesso nominato dal padre nelle sue lettere.


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"THE GIANCARLO RASTELLI, M.D. FUND"

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Antonella
Chiara e Mattia
Maurizio
...proprio una bella famigliola
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