Riunione del 2 aprile 2008
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Marcello Delli Zotti
Dante, questo sconosciuto

Per chi avesse perso l’ilare presentazione del nostro simpatico “Marcello da Milano” ecco in breve la vita di Dante e la sua attività politica che ha fatto da guida alla sua grandezza poetica.
Da alcune allusioni autobiografiche fatte nell’Inferno in cui il viaggio immaginario risale al 1300 Nel mezzo del cammin di nostra vita, e dal Paradiso che c’informa che nacque sotto il segno dei gemelli si suppone che la data di nascita di Dante (o meglio Durante)  sia il 29 maggio 1265. Fin dalla nascita la sua vita fu legata agli avvenimenti della politica Fiorentina, infatti, in quegli anni la città era ormai da più di cinque anni nelle mani dei Ghibellini. Nel 1266, Firenze ritornò nelle mani dei Guelfi, corrente alla quale era legata la famiglia degli Alighieri, e i Ghibellini furono espulsi a loro volta. A questo punto, il partito dei Guelfi, si divise in due fazioni: Bianchi e Neri. 
Suo padre fu Aleghiero o Alaghiero di Bellincione, mentre la madre era “Bella”, da Gabriella.

A soli 9 anni, secondo la Vita Nuova, vide per la prima volta Beatrice (Bice di Folco Portinari) della quale s’innamorò subito e perdutamente. A 12 anni, fu concordato il suo matrimonio con Gemma di Manetto Donati,  che sposò in seguito all'età di 20 anni e dalla quale ebbe 3 figli: Jacopo, Pietro e Antonia. Un altro uomo, Giovanni, reclamò la sua figliolanza da Dante e fu in esilio con lui. Due anni dopo la morte di Beatrice, nel 1292, cominciò a scrivere la Vita Nuova. Mentre, nel 1296 circa scrisse le Rime petrose, forse dedicate ad una madonne Petra, bella e insensibile. Nel 1293, in seguito ad un decreto che escludeva i nobili dalla vita politica fiorentina, il giovane Dante dovette attenersi alla cura dei suoi interessi intellettuali. 
Nel 1295 infine, un'ordinanza decretò che i nobili riottenessero i diritti civici, purché appartenessero a una corporazione. Dante s’iscrisse a quella dei medici e dei farmacisti. Quando la lotta tra Guelfi Bianchi e Guelfi Neri si fece più aspra, Dante si schierò col partito dei Bianchi che cercavano di difendere l’indipendenza della città opponendosi alle tendenze egemoniche di Bonifacio VIII Castani. Nel 1300, Dante fu eletto tra i sei Priori che, per attenuare la faziosità della lotta politica, presero la difficile decisione di fare arrestare i più scalmanati tra i leader dei due schieramenti. Ma nel 1301, proprio mentre a Firenze arrivava Charles de Valois e il partito dei Neri, sostenuto dal papato, prendeva il sopravvento, Dante fu chiamato a Roma alla corte di Bonifacio VIII. 
Quando iniziarono i processi politici, accusato di corruzione, fu sospeso dai pubblici uffici e condannato al pagamento di una pesante ammenda. Poiché non si abbassò a presentarsi davanti ai giudici, Dante fu condannato alla confisca dei beni e al boia se si fosse fatto trovare sul territorio del Comune di Firenze. Fu così costretto a lasciare Firenze con la coscienza di essere stato beffato da Bonifacio VIII, che si guadagnò un posto di rilievo nei gironi dell’Inferno della Divina Commedia. A partire dal 1304, per Dante iniziò il lungo esilio durante il quale vagò per città e Corti secondo le opportunità che gli si offrivano e non cessò di approfondire la sua cultura attraverso le differenti esperienze che visse. Fu proprio in quei primi anni di lontananza che redì il Convivio (1304-1307), dal latino Convivium, ovvero banchetto di sapienza, il trattato incompiuto composto in lingua volgare che divenne una summa enciclopedica di sapere pratico. 
Luisa Flynn per "Il club del libro"
Scommetto che non sapete il vero nome di Dante...
Questa opera  è una sintesi di saggi  destinati a coloro che, a causa della loro formazione o della condizione sociale, non hanno direttamente accesso al sapere.
Nel 1306 intraprese la redazione della Divina Commedia alla quale lavorò per tutta la vita. Nel 1308, compose un trattato sulla lingua e lo stile: il De vulgari eloquentia, nel quale passò in revisione i differenti dialetti della lingua. Fondò la teoria di una lingua volgare che chiamò “illustre”, che non poté essere uno dei dialetti locali italiani, ma una lingua frutto del lavoro di pulizia portato avanti collettivamente dagli scrittori italiani. Fu il primo manifesto per la creazione di una lingua letteraria nazionale italiana. Verso il 1315, gli fu offerto di ritornare a Firenze, ma a condizioni che il suo orgoglio ritenne troppo umilianti. Nel 1319, fu invitato a Ravenna da Guido Novello da Polenta, Signore della città che, due anni più tardi, lo inviò a Venezia come ambasciatore. Rientrando da quest’ambasciata e passando per zone paludose, Dante fu colpito da un attacco di malaria e morì a Ravenna a 56 anni nella notte tra il 23 e 24 settembre 1321
Maria Vittoria Arcidiacono

Durante la serata furono sorteggiati tra i presenti 4 paia di biglietti donati da ItaliaUSA.com per altrettante rappresentazioni di opere da LA SCALA di Milano e dalla SAN FRANCISCO OPERA presso i teatri Wehrenberg nella zona di St. Louis.  Complimenti ai vincitori e buona visione.
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