L'IMPORTANZA
DELLA VITAMINA D
Chi non ha mai sentito parlare del
rachitismo? Tale malattia, che colpisce i più piccini è causata
dalla deficienza di vitamina D. Nel tardo 1600, i figli degli operai spostatisi
nelle città industrializzate del nord Europa erano affetti per l’80-90%
da una malattia delle ossa conosciuta due secoli dopo come rachitismo.
Nel 1822 Sniadecki suggerì che la ragione di tale malattia fosse
la mancanza di esposizione al sole. Fu così che, nel 1918 i bambini
affetti da rachitismo furono trattati con efficacia con l’esposizione ai
raggi UV. In seguito, nel 1919, sir Edward Mellonby dimostrò che,
almeno in parte, il rachitismo fosse dovuto a un disordine nutrizionale
in quanto poté essere prevenuto con l’olio di fegato di merluzzo.
Fu così che, mettendo insieme il concetto nutrizionale a quello
della luce UV Steenback irradiò il cibo che acquistò proprietà
antirachitiche eliminando definitivamente questa malattia nel 1930. Questo
lavoro aiutò in seguito a identificare la struttura della vitamina
D.
Ma
non solo l’irradiazione curava il rachitismo, ma, come dimostrato dal premio
Nobel Finsen, era in grado di eliminare la tubercolosi della pelle (lupus
vulgaris). Ma, nonostante tutto, nel 2008 sono riapparsi casi di rachitismo
e tubercolosi mentre altre malattie quali l’osteoporosi, il diabete, l’ipertensione,
le disfunzioni cardiovascolari, la sclerosi multipla e il cancro sono aumentate
proprio nei paesi piu’ sviluppati. E tutto questo sembra sia causato da
una deficienza/insufficienza della vitamina D. Tra le cause principali,
la mancata esposizione al sole o il frequente uso dei protettori solari
che bloccano i raggi UVB. Si deve sapere, infatti, che la vitamina D si
forma nella pelle grazie alla conversione del 7-diidrocolesterolo in pro-vitamina
D per opera dei raggi UVB del sole. Una volta formatasi, la vitamina D,
utilizzando dei trasportatori, entra nel sangue e raggiunge prima il fegato
dove è convertita a 25 vitamina D e successivamente il rene
dove si trasforma nella sua forma attiva 1,25 vitamina D. L’azione principale
della forma attiva è di favorire il riassorbimento del calcio a
livello intestinale e di controllare così i processi di mineralizzazione
e rimodellamento dell’osso. Infatti, durante l’insufficienza renale, non
si ha una produzione adeguata di 1,25 vitamina D; i bassi livelli di calcio
nel sangue vengono rilevati da dei sensori a livello delle ghiandole paratiroidi
(delle quali si occupa il laboratorio della dott. Dusso) che crescono a
dismisura producendo il paratormone per cercare di reclutare calcio che
viene sequestrato dalle ossa causandone fragilità, fratture e osteoporosi.
Ma la vitamina D fa molto di più.
Infatti, la sua forma attiva ha una capacità antitumorale, come
dimostrato nel laboratorio della ricercatrice; la somministrazione di 1,25
vitamina D a una linea cellulare di tumore della pelle, sopprime la crescita
cellulare riducendo la proteina coinvolta nella crescita aggressiva.
La capacità di altre cellule che non siano il rene, quali i macrofagi
(appartenenti al sistema immunitario) o le cellule tumorali, di produrre
1,25 vitamina D consente di poter controllare le infezioni micobatteriche
e di avere un effetto diretto sulle cellule “cattive” che causano il tumore
al seno, al colon e alla prostata. Infine, studi recenti han messo in luce
come la semplice correzione della deficienza di vitamina D possa migliorare
l’aterogenesi, il diabete, l’ipertensione e le disfunzioni cardiovascolari.
Quindi, la Dott. Dusso ha concluso
la sua interessante esposizione ricordando il vecchio detto della sua nonna:
“dove entra il sole non entra il medico”. Infatti, sembra essere cosi’,
negli individui normali, 10 minuti giornalieri d’esposizione al sole aiutano
a mantenere i livelli di vitamina D sufficienti a combattere alcune malattie
e renderne altre meno aggressive. Ma cosa fare durante l’inverno? Visto
che il sole è assente o debole la raccomandazione medica, è
di supplementare la dieta con 1000-2000 UI/giorno di vitamina D senza nessuna
controindicazione in quanto verrà attivata solo in caso di necessità.
Maria Vittoria Arcidiacono
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