Riunione del 6 febbraio 2008
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L'IMPORTANZA DELLA VITAMINA D

Chi non ha mai sentito parlare del rachitismo? Tale malattia, che colpisce i più piccini è causata dalla deficienza di vitamina D. Nel tardo 1600, i figli degli operai spostatisi nelle città industrializzate del nord Europa erano affetti per l’80-90% da una malattia delle ossa conosciuta due secoli dopo come rachitismo. Nel 1822 Sniadecki suggerì che la ragione di tale malattia fosse la mancanza di esposizione al sole. Fu così che, nel 1918 i bambini affetti da rachitismo furono trattati con efficacia con l’esposizione ai raggi UV. In seguito, nel 1919, sir Edward Mellonby dimostrò che, almeno in parte, il rachitismo fosse dovuto a un disordine nutrizionale in quanto poté essere prevenuto con l’olio di fegato di merluzzo. Fu così che, mettendo insieme il concetto nutrizionale a quello della luce UV Steenback irradiò il cibo che acquistò proprietà antirachitiche eliminando definitivamente questa malattia nel 1930. Questo lavoro aiutò in seguito a identificare la struttura della vitamina D. 

Ma non solo l’irradiazione curava il rachitismo, ma, come dimostrato dal premio Nobel Finsen, era in grado di eliminare la tubercolosi della pelle (lupus vulgaris). Ma, nonostante tutto, nel 2008 sono riapparsi casi di rachitismo e tubercolosi mentre altre malattie quali l’osteoporosi, il diabete, l’ipertensione, le disfunzioni cardiovascolari, la sclerosi multipla e il cancro sono aumentate proprio nei paesi piu’ sviluppati. E tutto questo sembra sia causato da una deficienza/insufficienza della vitamina D. Tra le cause principali, la mancata esposizione al sole o il frequente uso dei protettori solari che bloccano i raggi UVB. Si deve sapere, infatti, che la vitamina D si forma nella pelle grazie alla conversione del 7-diidrocolesterolo in pro-vitamina D per opera dei raggi UVB del sole. Una volta formatasi, la vitamina D, utilizzando dei trasportatori, entra nel sangue e raggiunge prima il fegato dove è convertita a 25 vitamina D e successivamente  il rene dove si trasforma nella sua forma attiva 1,25 vitamina D. L’azione principale della forma attiva è di favorire il riassorbimento del calcio a livello intestinale e di controllare così i processi di mineralizzazione e rimodellamento dell’osso. Infatti, durante l’insufficienza renale, non si ha una produzione adeguata di 1,25 vitamina D; i bassi livelli di calcio nel sangue vengono rilevati da dei sensori a livello delle ghiandole paratiroidi (delle quali si occupa il laboratorio della dott. Dusso) che crescono a dismisura producendo il paratormone per cercare di reclutare calcio che viene sequestrato dalle ossa causandone fragilità, fratture e osteoporosi. 

Ma la vitamina D fa molto di più. Infatti, la sua forma attiva ha una capacità antitumorale, come dimostrato nel laboratorio della ricercatrice; la somministrazione di 1,25 vitamina D a una linea cellulare di tumore della pelle, sopprime la crescita cellulare riducendo la proteina  coinvolta nella crescita aggressiva. La capacità di altre cellule che non siano il rene, quali i macrofagi (appartenenti al sistema immunitario) o le cellule tumorali, di produrre 1,25 vitamina D consente di poter controllare le infezioni micobatteriche e di avere un effetto diretto sulle cellule “cattive” che causano il tumore al seno, al colon e alla prostata. Infine, studi recenti han messo in luce come la semplice correzione della deficienza di vitamina D possa migliorare l’aterogenesi, il diabete, l’ipertensione e le disfunzioni cardiovascolari.

Quindi, la Dott. Dusso ha concluso la sua interessante esposizione ricordando il vecchio detto della sua nonna: “dove entra il sole non entra il medico”. Infatti, sembra essere cosi’, negli individui normali, 10 minuti giornalieri d’esposizione al sole aiutano a mantenere i livelli di vitamina D sufficienti a combattere alcune malattie e renderne altre meno aggressive. Ma cosa fare durante l’inverno? Visto che il sole è assente o debole la raccomandazione medica, è di supplementare la dieta con 1000-2000 UI/giorno di vitamina D senza nessuna controindicazione in quanto verrà attivata solo in caso di necessità.

Maria Vittoria Arcidiacono

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