Riunione del 4 giugno 2008
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“L’Italia di W.B. YEATS"
   Un grazie a  Matthew Sherry che durante la riunione ci ha omaggiati di una delicata e ben scelta lezione di poesia.

   Qui di seguito una delle opere che dimostra l’influenza della letteratura italiana sull’autore irlandese W.B. Yeats (premio nobel nel 1923), che durante gli anni ha lasciato da parte i tradizionali druidi, fate ed eroi natali per lasciarsi coinvolgere, senza troppi schemi, dalla semplicità e dalla spontaneità. 

Matthew Sherry
"Avrei potuto vivere,
e tu sai bene che grande desiderio ne avessi,
dove ogni giorno il mio passo si sarebbe illuminato
nell'ombra verde delle mura di Ferrara,
o tra le immagini del passato - imperturbate
immagini cortesi - si sarebbe inerpicato, 
sera e mattina, su per la ripida strada d'Urbino
fin dove la Duchessa e la sua corte conversavano 
per tutta la solenne mezzanotte e poi guardavano
l'alba, affacciati alla grande finestra.
Avrei potuto avere soltanto amici capaci
di fondere passione e cortesia, come coloro
che vedevano all'alba ingiallire i lucignoli;
avrei potuto esercitare l'unico sostanziale diritto
che il mio mestiere consente: scegliere la mia compania,
scegliere lo scenario che avrei gradito di più".
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