Riunione del 1 aprile 2009
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Dott. Guido Weiss
Trieste, capitale mitteleuropea e crogiolo di cultura
Trieste (Trieste in triestino, Triest in tergestino e tedesco, Tergeste/Tergestum in latino, Trieszt in ungherese,Trst in sloveno, serbo e croato) è un comune italiano della regione Friuli-Venezia-Giulia. 
Attualmente ha una popolazione che conta 210.000 abitanti, mentre nel passato ha superato ben i 450.000 abitanti. Infatti, tra gli anni 1867 e 1918, Trieste, appartenente allora all’impero Austro-ungarico, vantava il fatto di essere il terzo porto piú grande nel mediterraneo. 
Essendo unico sbocco sul mare dell’Impero austriaco, Trieste fu oggetto di investimenti e si sviluppò diventando, capoluogo della regione del litorale Adriatico dell'impero. Nonostante il suo stato privilegiato primo porto dell'Austria-Ungheria, Trieste mantenne sempre in primo piano, nei secoli, i legami culturali con l'Italia; infatti, anche se la lingua ufficiale della burocrazia era il tedesco, l'italiano era la lingua del commercio e della cultura. 
Trieste fu, assieme a Trento, il centro dell'irredentismo, movimento che, negli ultimi decenni del XIX secolo e agli inizi del XX aspirava a un congiungimento della città con l'Italia; la città divenne italiana solo alla fine della prima guerra mondiale. 
Trieste vanta il fatto di essere sempre stata un crogiolo di razze in cui si sono intrecciate tre civiltà diverse tra loro: quella italiana, quella tedesca e quella slava. Ma lingua e cultura a parte, Trieste fu sempre per ragioni di storia naturale dalle quali la città come gli individui non possono evadere (così disse Saba), una città cosmopolita. 
L’ambiente triestino permise uno stretto rapporto con la cultura mitteleuropea, che tra Otto e Novecento è tra le più vive del mondo, non solo nel campo letterario, ma anche nel pensiero filosofico, scientifico, nella musica e nelle arti figurative. 
Qui è nato il grande Italo Svevo che con drammatica lucidità smaschera i miti di una società alienante e canta la nevrosi, come epifenomeno di una psiche libera e libidica di una coscienza, quella di Zeno, che lungi dal patologizzarsi, non vuole piegarsi ai conformismi esteriori. 
Triestino è anche Umberto Saba cantore della melanconia del quotidiano, di Trieste, dei caffè fumosi, delle sue strade, delle donne amate e dell'eterna speranza, di un domani migliore. Anche se irlandese, Trieste ha ospitato anche James Joyce, uno fra i più grandi scrittori del novecento, amico di Svevo. 
In questo quadro di Trieste letteraria appartengono anche alcuni famigliari del Dr. Guido Weiss. Guido, infatti, parla dello zio Ottocaro, che appare tra la lista dei nomi dei migliori amici di James Joyce. Sesto degli otto figli del nonno Ignazio Weiss, trasferitosi dalla Cecoslovacchia, conobbe l’autore irlandese durante i suoi studi a Zurigo. 
Nel 1923 sposò Ortensia Schmitz, una violinista di talento, figlia di uno dei fratelli di Italo Svevo. Anche lo stesso papà di Guido, Edoardo Weiss, si intreccia con la storia dei grandi autori, in particolare con Svevo e Saba. 
Nel 1908 Edoardo Weiss, incontrò Sigmund Freud e iniziò a dar vita al suo sogno che era quello di praticare la psicoanalisi. Diede così vita in futuro, nel 1932, alla Società di Psicoanalisi Italiana. La sua pratica di psicoanalisi influenzò Italo Svevo durante la stesura di La coscienza di Zeno. A seguito delle leggi razziali i fratelli Weiss furono costretti a lasciare l’Italia e si trasferirono negli Stati Uniti, dove ancora troviamo la famiglia tra cui il nostro speaker Guido. 
La serata si è conclusa con l’intervento di Franco Giannotti, che fiero di sentire parlare della sua città natale ha concluso dicendo che il miglior caffè d’Italia si può bere proprio a Trieste. Infatti, la città asburgica fu una delle prime in Europa dove si diffuse l'abitudine di bere il caffè e discorrere di attualità nei ritrovi cittadini. Tale costume è propriamente turco, e gli austriaci, fra i primi ad entrare in contatto con questi ultimi, adottarono quest'uso e lo diffusero nell'impero.
Maria Vittoria Arcidiacono

 


Il "pellegrinaggio" di Franco Giannotti
Dopo l’ottima presentazione del dr Weiss ed essendo in procinto di trascorrere le vacanze nella città natia, decisi di imbarcarmi in una sorta di “pellegrinaggio” e visitare qualcuno dei luoghi menzionati dal nostro bravo presentatore.  Per iniziare, dovevo trovare la casa originale del padre, lo psicologo dr Edoardo Weiss, in via San Lazzaro al numero 28, credo mi fu detto.  Dopo aver percorso l’intera via e accorgendomi che i numeri non andavano oltre il 20, ricominciai a ritroso fermandomi a ogni portone finché non trovai l’indirizzo giusto, al numero 8. Via San Lazzaro è una bella strada cittadina limitata al traffico pedonale come molte strade del centro di Trieste e come si vede nella prima foto.  La seconda foto mostra il portone, appunto al numero 8, e la terza la targa confermante la dimora del dr. Edoardo Weiss. (Ricorda che un click sulle foto le ingrandisce)
Via San Lazzaro 8
Soddisfatto il primo incarico, volli trovare anche la via dedicata all’insigne psicologo e la trovai in periferia entro il vasto campus dell’Università di Trieste di cui il palazzo principale, chiaramente di era mussoliniana, nella foto che segue. 
L'Università di Trieste
 
Le prossime foto mostrano la via desiderata, un bel vialone lungo e alberato ai lati del quale si trovano  palazzine delle varie facoltà inclusa naturalmente quella di psicologia e la sua clinica dalla quale una paziente in libertà per una boccata d’aria, ma credo sotto l’occhio vigile di un’infermiera poco distante, si avvicinò al finestrino della mia automobile chiedendomi se sapevo cantare. Risposi di sì e insieme intonammo (sua scelta) “Sul mare luccica, l’astro d’argento…”, lì, in mezzo alla strada, lei accanto alla portiera ed io ancora seduto in macchina con il finestrino aperto.  La canzone terminò con un applauso scrosciante da parte di Nerina, seduta accanto a me, ma diretto soltanto alla mia compagna d’arte, visto che io, disse lei, avevo stonato come al solito…
Il viale alberato dedicato a Edoardo Weiss, entro il campus dell'univeristà e fiancheggiato dalle varie facoltà
 
Umberto Saba
James Joyce
Italo Svevo
Non potevo tralasciare nella mia visita una capatina ai personaggi molto amati da noi triestini e menzionati più volte durante la presentazione dell’amico Guido.  Vediamo così nelle tre foto precedenti le effigi di Umberto Saba, proprio all’angolo della via San Niccolò, dove esiste ancora la sua libreria, gestita oggi dal figlio dell’allora suo assistente factotum, seguita da quelle di James Joyce a Ponterosso e per finire Italo Svevo nel centro storico della citta. 
Ci ritornai una sera per fare due chiacchiere sotto la pioggia (io sono quello con l’ombrello).
La libreria antiquaria di Umberto Saba Una chiacchierata con Italo durante una serata piovosa...

Nulla a che fare con questa missione ma voglio ugualmente condividere con voi una veduta parziale notturna della piazza più bella d’Italia, dicono molti, incluso naturalmente il sottoscritto... 
Piazza Unità d’Italia

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