Riunione del 7 ottobre 2009
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 Suor Angelita Myerscough
 
"Andrea Doria: L'ultimo viaggio"
di Suor Angelita Myerscough
Guardando i film del passato mi ha sempre affascinato vedere l’espressione dei volti dei passeggeri delle grandi navi quando, ancora in lontananza, vedevano apparire la statua della libertà. E’ la stessa sensazione di gioia che ho provato quando suor Agelita, ricordando il suo viaggio sull’Andrea Doria, si è illuminata in viso descrivendoci la sua voglia di andare a letto presto per potersi svegliare la mattina seguente in prossimità delle coste americane e assaporare la vista della fiamma dorata. Ma è proprio durante quel breve tragitto notturno, che la separava solo centinaia di chilometri, che quello che doveva essere un attimo di felicità si tramutò in un momento di panico e tensione.  Angelita ha raccontato dell’aiuto della compagna di cabina, Giovanna Palumbo, che, vedendola dormire profondamente l’ha svegliata e aiutata a mettersi in salvo durante la collisione che ha visto finire, dopo solo 3 anni di vita sfarzosa, l’Andrea Doria, l’orgoglio italiano. Una nave da sogno direi, dopo aver visto le foto che suor Angelita ci ha mostrato e anche dal breve commento di Nerina Giannotti che ha avuto la fortuna nel ‘54 di viaggiare sulla maestosa nave. 
La presentazione di Suor Angelita è stata ricca di ricordi. I nomi e le scene della lunga notte in cerca di salvezza le affioravano alla mente come se fosse accaduto il giorno prima, e con tranquillità e tenacia ci ha scortati in un racconto unico che mi sarà difficile dimenticare. 
A differenza di come riportato dalla nave svedese che ha tagliato in due l’Andrea Doria, teneramente, la nostra presentatrice ha puntualizzato l’abilità e il duro lavoro dell’equipaggio durante la messa in salvo. Ci ha presentato nel suo racconto alcune famiglie che anche lei stessa è riuscita ad aiutare sempre accompagnata dalla fede; nonostante la nebbia fitta ci ha raccontato di una brillante stella. La presentazione si è conclusa con il racconto di lei che scendeva a terra a braccetto con un uomo solo, infermo, e con il ritrovo delle famiglie sulla banchina di New York. 
Non posso fare altro che terminare dicendo che la serata dello scorso 7 ottobre  è stato un altro successo di Italiano per piacere. 
                        Maria Vittoria Arcidiacono
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Il poster dell'Andrea Doria
Suor Angelita all'epoca
La Domenica del Corriere
Documento storico - La Domenica del Corriere del 5 agosto 1956 - La didascalia racconta:
La catastrofe dell'Andrea Doria. Di notte, al largo della costa atlantica degli Stati Uniti, il piroscafo passeggeri svedese "Stockholm", di 12.600 tonnellate, nella fitta nebbia ha investito la nostra turbonave "Andrea Doria" diretta a Nuova York. A causa dell'acqua imbarcata dalla tremenda falla, la nostra unità si é inclinata su un fianco e 11 ore dopo è affondata quando già i 1134 passeggeri erano stati trasbordati sulle navi accorse e anche l'equipaggio con lo stato maggiore si era salvato. Si lamentano parecchi morti, dispersi e feriti. Insieme alla "Cristoforo Colombo", I' "Andrea Doria" era il nostro più grande, veloce e bel transatlantico. Dislocava 30 mila tonnellate.
La lussuosa sala da pranzo
Il Titanic poco prima di affondare

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