Riunione
del 7 aprile 2010
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Maria
Greca di Manna
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“Appunti di letteratura
greca”
Con Maria Greca di Manna
Il tema della presentazione della
serata del 7 aprile “ Appunti di letteratura greca” ci ha portato un po’
indietro nel tempo, quando dietro i banchi del ginnasio trepidavamo in
attesa della lettura delle versioni greche, reminiscenze liceali non sempre
piacevoli ma, in un clima politicamente travagliato come quello italiano
in questi ultimi tempi, è stato confortante sentire parlare
delle nobili radici profonde della nostra storia della quale tutti, in
ogni categoria sociale o politica, dovremmo essere orgogliosi.
Maria Greca, dalla bellezza
degna di una Tanagrina, ci ha piacevolmente intrattenuti riportandoci con
chiarezza di esposizione e sensibilità, alle origini della
cultura occidentale.
E’ stata ricordata l’origine della
Magna Grecia dovuta all’emigrazione di popolazioni, provenienti dalle città
greche, verso l’Ovest in cerca di spazio vitale (i corsi e ricorsi della
storia!) che trovarono dalle coste adriatiche |
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della Puglia alla Sicilia, un’area
così grande, per genti abituate agli isolotti dell’Egeo, da sembrare
un continente!
Successivamente Maria Greca ci ha
ricordato i miti, linguaggio dell’anima, che permangono nei luoghi di provenienza,
ci ha parlato dell’Odissea la più antica delle storie che affonda
la sua origine nel mito stesso e dall’epopea siamo arrivati al fulcro
dalla cultura antica, il teatro: si è parlato di come il teatro
dell’antichità realizzasse sulla scena la visione del mito in una
mirabile esperienza collettiva grazie alla presenza del coro, la più
grande invenzione del teatro; di come fosse luogo fisico di rappresentazioni
di eventi ma anche e soprattutto centro di diffusione delle idee politiche
ed espressione della cultura letteraria dove ogni sentimento umano era
già |
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stato elaborato e descritto. E'
stato fatto riferimento al teatro e alla sua attualità nella psicoanalisi
contemporanea esaminando alcuni aspetti della tragedia Edipo re.
In questa presentazione, tra le
conoscenze culturali e letterarie espresse, quel che traspariva, come spesso
accade, era il non detto! Non erano detti l’amore e la profonda appartenenza
a quelle origini compenetrate di mito e di epos, l’identificazione profonda
della gente del sud alla loro terra, culla di civiltà classica su
cui è fondata la società civile e democratica dell’occidente.
Due immagini di supporto al discorso, mi hanno particolarmente colpito
per la pregnanza semantica: rivelano la profonda |
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ambivalenza di quella terra e di
quella civiltà.
La prima: il fotogramma di Pier
Paolo Pasolini con Maria Callas sul set di Medea. L’intellettuale, il regista
che coraggiosamente cerca di riproporre, l’essenza del discorso teatrale
mettendo in scena l’universo pre-logico, squisitamente “dionisiaco”. L’altra
immagine, quella dei Bronzi di Riace rappresenta invece la dimensione “apollinea”.
Il guerriero e il giovane sono splendidi e commuoventi nella loro perfezione!
La bellezza classica armonica, appartenente alla civiltà umanista
che promuove un uomo capace di situarsi nell’universo. |
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Barbara Leoni Klein e Franco
Giannotti annunciano il "St. Louis Italian Film Festival"
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Mi piace ribadire l’attualità
del teatro classico citando Dominique Fernandez:* «l’Orestea
e la sua felice conclusione hanno potuto offrire agli abitanti di
Gibellina e dei dintorni, accorsi numerosi alle tre rappresentazioni dello
spettacolo, lo specchio delle loro lotte contro la Mafia e il modello,
un po’ meno utopico per loro, di una società in cui l’ordine della
giustizia pubblica potrà succedere al caos della vendetta privata,
dove le Eumenidi, garanti della pace e della ragione, avranno definitivamente
messo infuga le Errini devastratici.»
Marielle Nolon
*:Dominique Fernandez, Le radeau de
la Gorgone,
aux éditions
Grasset, Paris 1988, pp. 334-335 |
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