Il regalo più grande che gli studenti ci hanno offerto è stato rappresentare il proprio universo, il proprio io in tutta la sua nudità e intimità e il pubblico ha accolto questo atto di generosità.

La sorpresa iniziale ha ben presto ceduto il passo all’entusiasmo: alla fine della rappresentazione tutto il pubblico era in piedi e ciò non era dovuto solo al fatto che la rappresentazione fosse avvenuta in un luogo non convenzionale. Il pubblico è stato letteralmente conquistato dalla bravura, dalla naturalezza e dalla freschezza della recitazione di quegli attori che, benché fossero alle prime armi (o forse proprio perché lo erano?!) hanno saputo cogliere l’essenza  di ogni personaggio  e lo spirito di ogni autore, dando vigore alle personalità rappresentate.

Ci è persino sembrato di udire le cadenze romanesche nell’esilarante scena di gelosia dell’ansiosa moglie del ladro de "Non tutti i ladri vengono per nuocere" che, con la scusa di farsi portare “un ricordino”, telefona al marito sul "luogo di lavoro" per controllarlo! Che dire della misoginia, dell’humor e della furberia che trapelavano dalle scene de "La Mandragola" e de "La Locandiera", della gestualità del mondo contadino di Liolà…

La vicinanza alla scena ha permesso di carpire le espressioni e l’espressività dei volti, di apprezzarne il gioco comico e la loro personalissima interpretazione. Il pubblico si è divertito e gli applausi sono stati alla misura della bravura di questi teatranti di una sera