During the times of the Roman Republic and Empire, the Pontiffs, (the priests of the State religion) were required each year to draw up the Annales, the formal record of the past year’s events of major importance concerning Rome and Roman life.  In like manner we believe that, at last once a year, it is important to review our past year’s performance, to plan for the coming year, and, which is probably of greatest value, to have a free and open discussion concerning whatever questions and issues members feel are of importance to the Club and to the Italian-American community in general.  Consequently, the formal portion of the January meeting will be limited to a brief ceremony to install James Tognoni as new director and to vote on new members applications.  This will then be followed by a discussion of ideas concerning how we can continue the improvement of our Club.  This portion will be informal – no motions will be accepted, no votes will be taken, and no decisions will be made. 

At  the last meeting, Club members enjoyed an enchanting evening of Italian cuisine, music, and traditions. 

After the welcome by the President, Gene Mariani, Msgr. Salvatore Polizzi said an inspiring prayer in Italian that was followed by the members singing Dormi Gesù.  Gianfranco Garganigo, Professor of Romance Languages at Washington University, told us about the foods he helped select for the evening and the regions of Italy where they are traditionally prepared.  The tables, decorated by Carolyn Stelzer with beautiful bowls of fruit and nuts, brought back wonderful memories of our parents’ or grandparents’ celebrations.

Baldo and Madda Gandolfo prepared a scrumptious meal and received a standing ovation from the members at the end of the dinner.  The menu consisted of the following:

Antipasti: 
Insalata di mare alla Veneziana  Olive e sedano
Primi Piatti: 
 Brodo con polpettine e cicoria
  Lasagne alla Emiliana
Sorbetto: 
 Limone alla Siciliana
Secondo piatto: 
Falsomagro alla Napoletana con broccoletti e carote 
Frutta: 
 Arance e mandarini 
Dolce: 
 Panettone farcito alla Milanese con Vin Santo Toscano. 

Vini:
 Trebbiano e Montepulciano 
 d’Abruzzi

What a feast!

Following our dinner, Roger Gennari read us the “Story of La Befana.”  As the group attentively listened, we were rewarded with a visit from La Befana:  she carried a broom and a basket of goodies and gave each of us Ferrero Rocher candies. 

In closing, Gene Mariani made a toast to the members and the Italian Club for a healthy and fruitful new millennium.  We then sang Tu scendi dalle stelle, which was followed by the Benediction by Msgr. Polizzi.

Special thanks to Carolyn Stelzer and Pete Puleo for arranging the menu with Baldo; to Carolyn Stelzer for the beautiful fruit and nut bowls; to Msgr. Polizzi for his opening prayer and Benediction; to Gene Mariani for his welcome and toast; to Gianfranco Garganigo for the introduction to the menu; to Roger Gennari for his wonderful reading of La Befana; and to La Befana for her visit! 
 

A NOTE OF SPECIAL RECOGNITION

The lifeblood of the Club is its cultural and educational programs.  These programs would be impossible without the generous contribution of knowledge, expertise, energy, and preparation by the talented men and women who made the presentations.  So - a special note of recognition and gratitude, for their 1999 presentations to Valerio Bianco, Judith Mann, Gianfranco Garganigo, John Karel, Joseph Colagiovanni, Benedict Viviano, Kevin Herbert, Luisa Flynn, Vito Tamboli, and Rebecca Messbarger. 
 

Saint Louis University, February 18 – April 3

Iron and Star, an exhibition of 33 woodcuts, illustrates and examines the history of the Jewish community in 15th and 16th century Brescia, a history dating from the beginning of the Roman Empire.  The visual records that comprise the exhibition are interesting both as historical documents and as late Medieval and Renaissance works of art.  Included will be wall text descriptions presenting the historical context of Jewish life, commerce, education, and the interaction between Jews and Christians in the Brescia area.

Note:  We believe that the exhibition will be at the Cupples House Museum on the SLU Main Campus.  Call 314-977-3025 for more information and gallery hours. 

All that remains of the extraordinary structure is a magnificent pavilion almost 1,000 feet long and 300 feet wide, built on the side of the Colle Oppio, or Oppian Hill, opposite what was to be the site of the Coliseum.  The pavilion was saved only because the site was filled-in by the Emperor Trajan to serve as the foundation for the public baths.  The structure lay buried and forgotten for almost nineteen centuries.  Now 32 out of a total of 150 rooms can be visited, while excavation work continues. 

To build the Domus Aurea, Nero directed the architects Severus and Celerus to design and erect a palace more splendid than that of any other ruler and commissioned Fabullus, the most celebrated painter of ancient Rome, to decorate the halls and corridors.

(Based on a recent article by Dott. Francesco Nicotra, Publisher Italy-Italy Magazine)

17.  Tommaso Campanella (Stilo in Calabria 1568 – Parigi 1639) filosofo e Domenicano, è autore della famosa Città del Sole, opera filosofica, politica, ed economica scritta in forma di dialogo, in cui il Campanella immagina una felice e pacifica repubblica universale retta su principi di giustizia naturale.  Accusato di eresia, fu arrestato e condannato al carcere, dove trascorse ventisette anni. 
Nel sonetto “Al carcere” composto nel carcere romano del Sant’Uffizio, il Campanellai descrive l’inevitabilità della prigione per gli uomini che “dalla morte gora”, cioè gli studi ortodossi e canonici della dottrina ufficiale, sono approdati al “mar del vero”.  Per lui la terribile “rocca sacra” in cui risiede non è paragonabile ad altri luoghi perché permeata da un clima di mistero. 

 
Come va al centro ogni cosa pesante
dalla circonferenza¹, e come ancora
in bocca al mostro che poi la devora,
donnola incorre timente e scherzante²;

così di gran scïenza ognuno amante,
che audace passa dalla morte gora³
al mar del vero⁴ di cui s’innamora,
nel nostro ospizio⁵ alfin ferma le piante.

Ch’altri l’appella antro di Polifemo,
palazzo altri d’Atlante, e chi di Creta
il laberinto, e chi l’Inferno estremo

(ché qui non val favor, saper, né pièta),
io ti so dir; del resto, tutto tremo,
ch’è rocca sacra a tirannia segreta⁶.

7.  I Romani.  Durante la seconda metà del IV secolo A.C., Roma combatté contro i Sanniti, una popolazione che degli Appennini meridionali era discesa nelle fertili pianure della Campania e aveva conquistato Capua e Cuma.  Benché nel 354 i Romani avessero formato un’alleanza con i Sanniti per sconfiggere i Lucani, che avevano occupato la ricca città di Paestum, il conflitto contro i Sanniti per ottenere la supremazia della Campania divenne inevitabile e durò mezzo secolo, dal 343 al 290 A.C.  La guerra si svolse in tre fasi distinte, caratterizzate da vittorie e sconfitte da ambo le parti.  Tra le più famose, è la sconfitta romana alle Forche Caudine nel 321 e la vittoria a Sentino nel 295 contro una coalizione di Etruschi, Senoni e Galli.  La guerra finì con la vittoria di Roma, che estese il suo territorio fino alla Lucania.
Nel 284, approfittando di un attacco dei Galli Senoni contro Arezzo, i Romani invasero il loro territorio (tra Ancona e Rimini) e lo conquistarono. 

Dopo aver così consolidato la loro supremazia nell’Italia Centrale, i Romani si accinsero a estenderla sul resto della penisola in una guerra contro Taranto che durò 10 anni, dal 282 al 272.  Taranto era alleata a Pirro, re dell’Epiro, il quale sconfisse i Romani in diverse battaglie ma fu definitivamente vinto a Benevento nel 275.  (Pirro, pur sconfiggendo ripetutamente i Romani, vide semidistrutto il suo esercito; da cui il nome Vittoria di Pirro, detto di successo che procura più danni che vantaggi, con allusione alla vittoria che Pirro riportò a Eraclea (280 A.C.) contro i Romani..) 

Dopo che Taranto fu sottomessa, la stessa sorte toccò poco dopo a Reggio e alle popolazioni degli Bruzzii, dei Lucani, dei Piceni, degli Umbri e degli Iapigi, che furono incorporate nella federazione romano-italica.  Alla fine del III secolo i domini romani si estendevano fino alla Sicilia, parzialmente controllata da Cartagine.  Roma aveva raggiunto la supremazia totale della penisola italica e stabilito un sistema di alleanze tra il territorio di Roma (città e colonie che godevano intera o parziale (civitates sine suffragio) cittadinanza romana) e i territory che, pur essendo indipendenti, riconoscevano l’autorità di Roma su una confederazione che copriva circa 130.000 kilometri quadrati ed era equipaggiata da  più di mezzo milione di soldati.

L’economia di questa federazione fu solidificata dalla costruzione della prima strada interna, la Via Appia (Roma-Capua-Benevento, costruita dal 312 al 268) e dallo sviluppo dell’industria mercantile.  Nello stesso tempo il sistema monetario fu esteso con la coniatura di monete di bronzo e d’argento.