ROMA
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Al termine del primo vertice di maggioranza, che si è concluso ieri
in tarda serata, il premier incaricato Giuliano Amato ha detto di aver
riscontrato un'ampia convergenza sull'invito a formare un esecutivo snello.
"Nei limiti consentiti dalla peculiarità delle giornate festive
sentirò, oltre agli esponenti della maggioranza anche i sindacati,
gli imprenditori, i rappresentanti delle associazioni della società
civile. Mi farò vivo anche con le opposizioni" ha affermato, nel
corso di un breve incontro con i giornalisti al termine del vertice. Martedì
prossimo in un secondo incontro si metterà a punto il programma,
mercoledì dovrebbe essere pronta la lista dei ministri e giovedì
è previsto il passaggio alle Camere per la fiducia.
"Entro la prossima settimana si cercherà
di arrivare alla formazione del nuovo governo. E' un ipotesi di lavoro,
ma piuttosto realistica" ha dichiarato, tra i primi, il leader dei democratici
Arturo Parisi, lasciando Montecitorio per aggiungere subito che, sulla
legge elettorale, "il governo asseconderà l'attività parlamentare,
restando neutrale". E positivo è stato anche il commento a caldo
del segretario diessino Walter Veltroni: "Abbiamo svolto una discussione
programmatica molto seria e utile. Un programma concreto mirato ad obiettivi
definiti fino al termine della legislatura, per rispondere al bisogno di
crescita del paese e di equità sociale con priorità al lavoro,
inteso come lotta alla disoccupazione e sostegno all'impresa". Anche il
tema della sicurezza dei cittadini sarà "centrale". E pure al comunista
Armando Cossutta "sembra che ci siano tutte le condizioni per formare un
buon esecutivo".
E dunque, da ieri sera, Giuliano Amato
è il presidente del Consiglio incaricato. Il presidente della Repubblica
Carlo Azeglio Ciampi, dopo poco più di un'ora di colloquio al Quirinale,
gli ha dato il mandato di formare il governo. Nel discorso pronunciato
all'uscita dalla stanza del capo dello Stato, il professore ha enunciato
le priorità che devono caratterizzare il suo esecutivo: governo
fino alla fine della legislatura, cioè fino al 2001, squadra "seria
ed efficiente" con "un numero non elevato di bravi ministri e un numero
non elevato di bravi sottosegretari", come è stato "espressamente
chiesto dal presidente Ciampi.
"L'Italia ha bisogno di maggiore competitività",
ha detto Amato, "ma anche di grande attenzione alla coesione sociale",
alla sicurezza e alla giustizia. Quello che lo attende, ha osservato Amato,
è "un anno oggettivamente elettorale". Tuttavia "alle elezioni si
deve andare con la qualità più che con i numeri". Il governo
deve completare la legislatura non iniziarla. Deve, quindi, portare a compimento
azioni che producano risultati e che consentano alla crescita in atto di
essere stabile e di assorbire l'eccesso di disoccupazione accumulata in
questi anni".
Ed ecco la strategia politica che Amato
intende perseguire: innanzitutto rafforzare la coesione della maggioranza,
ma si "dovrà anche cercare il dialogo con l'opposizione", perché
il programma di azione "passa anche attraverso il Parlamento e attraverso
il consenso nel paese". Tutto questo sullo sfondo dell'attesa per il quesito
referendario sulla legge elettorale il cui esito il presidente incaricato
ha dichiarato di voler rispettare.
E mentre Amato lavora per formare la sua
squadra facendo impazzare il "totoministri" e continua il conteggio dei
voti che potrebbero sostenere il suo governo, il Polo torna all'attacco.
Prima, nel corso delle dichiarazioni di rito al Quirinale, Silvio Berlusconi
ha detto che "la soluzione Amato dimostra la distanza tra il Paese reale
e i palazzi della politica". Gli ha fatto eco Gianfranco Fini, che ha definito
un governo presieduto dal ministro del Tesoro uscente "un ectoplasma",
e ha aggiunto che Ciampi "è cosciente che se la maggioranza dovesse
essere solo numerica la pubblica opinione potrebbe non capire", aumentando
così il distacco fra cittadini e politica. E ancora stasera al Tg1
il Cavaliere ha definito Amato "il front man", l'uomo di facciata dietro
cui si nasconde la sinistra.