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Vertice Amato-maggioranza "Sarà un governo snello"
"Pochi ministri ma buoni per rafforzare la competitività".  Martedì il programma, mercoledì i ministri, giovedì in aula. Il professore indica le priorità: coesione sociale sicurezza e assecondare il risultato del referendum.
, 22 aprile 2000
ROMA - Al termine del primo vertice di maggioranza, che si è concluso ieri in tarda serata, il premier incaricato Giuliano Amato ha detto di aver riscontrato un'ampia convergenza sull'invito a formare un esecutivo snello. "Nei limiti consentiti dalla peculiarità delle giornate festive sentirò, oltre agli esponenti della maggioranza anche i sindacati, gli imprenditori, i rappresentanti delle associazioni della società civile. Mi farò vivo anche con le opposizioni" ha affermato, nel corso di un breve incontro con i giornalisti al termine del vertice. Martedì prossimo in un secondo incontro si metterà a punto il programma, mercoledì dovrebbe essere pronta la lista dei ministri e giovedì è previsto il passaggio alle Camere per la fiducia. 

"Entro la prossima settimana si cercherà di arrivare alla formazione del nuovo governo. E' un ipotesi di lavoro, ma piuttosto realistica" ha dichiarato, tra i primi, il leader dei democratici Arturo Parisi, lasciando Montecitorio per aggiungere subito che, sulla legge elettorale, "il governo asseconderà l'attività parlamentare, restando neutrale". E positivo è stato anche il commento a caldo del segretario diessino Walter Veltroni: "Abbiamo svolto una discussione programmatica molto seria e utile. Un programma concreto mirato ad obiettivi definiti fino al termine della legislatura, per rispondere al bisogno di crescita del paese e di equità sociale con priorità al lavoro, inteso come lotta alla disoccupazione e sostegno all'impresa". Anche il tema della sicurezza dei cittadini sarà "centrale". E pure al comunista Armando Cossutta "sembra che ci siano tutte le condizioni per formare un buon esecutivo".

E dunque, da ieri sera, Giuliano Amato è il presidente del Consiglio incaricato. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, dopo poco più di un'ora di colloquio al Quirinale, gli ha dato il mandato di formare il governo. Nel discorso pronunciato all'uscita dalla stanza del capo dello Stato, il professore ha enunciato le priorità che devono caratterizzare il suo esecutivo: governo fino alla fine della legislatura, cioè fino al 2001, squadra "seria ed efficiente" con "un numero non elevato di bravi ministri e un numero non elevato di bravi sottosegretari", come è stato "espressamente chiesto dal presidente Ciampi.

"L'Italia ha bisogno di maggiore competitività", ha detto Amato, "ma anche di grande attenzione alla coesione sociale", alla sicurezza e alla giustizia. Quello che lo attende, ha osservato Amato, è "un anno oggettivamente elettorale". Tuttavia "alle elezioni si deve andare con la qualità più che con i numeri". Il governo deve completare la legislatura non iniziarla. Deve, quindi, portare a compimento azioni che producano risultati e che consentano alla crescita in atto di essere stabile e di assorbire l'eccesso di disoccupazione accumulata in questi anni".

Ed ecco la strategia politica che Amato intende perseguire: innanzitutto rafforzare la coesione della maggioranza, ma si "dovrà anche cercare il dialogo con l'opposizione", perché il programma di azione "passa anche attraverso il Parlamento e attraverso il consenso nel paese". Tutto questo sullo sfondo dell'attesa per il quesito referendario sulla legge elettorale il cui esito il presidente incaricato ha dichiarato di voler rispettare.

E mentre Amato lavora per formare la sua squadra facendo impazzare il "totoministri" e continua il conteggio dei voti che potrebbero sostenere il suo governo, il Polo torna all'attacco. Prima, nel corso delle dichiarazioni di rito al Quirinale, Silvio Berlusconi ha detto che "la soluzione Amato dimostra la distanza tra il Paese reale e i palazzi della politica". Gli ha fatto eco Gianfranco Fini, che ha definito un governo presieduto dal ministro del Tesoro uscente "un ectoplasma", e ha aggiunto che Ciampi "è cosciente che se la maggioranza dovesse essere solo numerica la pubblica opinione potrebbe non capire", aumentando così il distacco fra cittadini e politica. E ancora stasera al Tg1 il Cavaliere ha definito Amato "il front man", l'uomo di facciata dietro cui si nasconde la sinistra.