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Ciampi “rivaluta” le onorificenze di Stato

 di MARIO AJELLO- 11 giugno 2000
 
Festa della Repubblica. Tra i 40 nomi di nuovi cavalieri, grandi ufficiali e commendatori ci sono scienziati artisti e imprenditori. Svolta per rafforzare le istituzioni 
La maggioranza dei premi alle donne, in lista giovani ma anche un prete, una suora e un immigrato 

ROMA - Giacomo Puccini, morendo, esclamò: «Penso minuto per minuto a Turandot».
Anche Carlo Azeglio Ciampi, in questi mesi, deve aver ripensato a quelle liriche
meravigliose. E a chi le ha cantate meglio di tutti. A Gina Cigna, insomma, con la sua
voce agile e robusta. Il celebre soprano oggi ha 100 anni di vita ed è stata ora insignita da
Ciampi con una onoreficenza repubblicana: la Gran Croce. 

Rossana Venneri è invece una quarantenne intelligente e creativa. Si occupa di finanza e
di marketing. Lavora per la banca One Two One (ex Banca del Salento). Signora, o
signorina, lo sa che il presidente Ciampi l’ha nominata ufficiale? «A me? Ma dai...Siete
quelli di Scherzi a parte...». No. E’ la verità. Il Capo dello Stato ha già firmato il decreto
che la riguarda. «Grazie, è meraviglioso! Non pensavo che gli occhi del Quirinale
potessero posarsi su di me. Oddio, adesso sto pure mezza nuda (in due pezzi, ndr)
sulla spiaggia di Gallipoli...». 

I telegrammi del Quirinale, con su scritta la lieta notizia partiranno per tutti lunedì mattina.
Ciampi ha voluto premiare, attraverso giovani come la Venneri, l’Italia minore, creativa e
innovativa nel campo dell’impresa, della finanza, della cultura, delle professioni. Ma
anche figure insigni fanno parte dell’elenco. Chi è diventato Grande Ufficiale - il celebre
fisico della Normale di Pisa, ora al Mit di Cambridge, Bruno Coppi - e chi potrà appuntarsi
in petto il simbolo della Gran Croce, come il massimo studioso delle razze, Luca Cavalli
Sforza. Chi è stato scelto come ufficiale - Chiara Castellani, volontaria in Uganda come
medico, pur avendo perso un braccio per un incidente - e chi come commendatore: il
padre missionario Giovanni Amedeo Marchiol, Renato Zaccaria che ha inventato il primo
robot ospedaliero interamente italiano per il trasporto dei farmaci. 

Una quarantina di nomi. Per la maggior parte donne. E questa è la prima novità. L’altra
riguarda l’età: nella lista stilata dal Quirinale, abbondano i giovani. Gelsomina Di Stasio,
scienziata, 35 anni: cavaliere. Flavia Sparacino, ricercatrice di biologia cerebrale a
Boston, 35 anni: cavaliere. Rodolfo Bonucci, violinista, 37 anni: ufficiale. Il vero significato
che il Presidente attribuisce alle onorificenze sta comunque nella riprova che egli intende
attribuire alla Repubblica un rituale rispettabile. Come per la parata del 2 giugno, si tratta
di lavorare ancora sui simboli della nostra storia. Di rivalutarli e ridare dignità, anche
attraverso di essi, alle istituzioni repubblicane. Sul modello di quanto in Francia accade
da sempre. Oltralpe accade, inoltre, che grandi chef ottengano grandi titoli statali. Ora
anche da noi. Nadia Cavaliere e Bruna Rubes, del ristorante «Il pescatore», vicino
Mantova, sono famose cuoche internazionali. Ora Ciampi le ha nominate ufficiale e
commendatore. La prima (unica donna con tre stelle Michelin) è specializzata nel fegato
di grasso d’oca con salsa di pesche. La suocera, la neo commendator Bruna, fa dei
tortelli di zucca squisiti. Si tratta poi, in Italia, di sfatare certi luoghi comuni. Perchè
insomma, andando a spulciare negli archivi del Quirinale, risulta che mica è tanto vero
che siamo il Paese in cui abbondano fino all’inflazione cumenda e cavalieri. Delle
850.000 richieste di titolo, almeno la metà provengono dalle stesse persone che già ne
hanno uno e ne cumulano qualche altro. Insomma, circa 400.000 italiani - se non
addirittura di meno - possono vantare una onorificenza. 

E si era mai vista una signora proveniente da un Paese extracomunitario diventare
ufficiale della Repubblica italiana? Così è capitato a Mbyie Dyku, che opera in un
ospedale e in un centro di accoglienza di Roma. Ancora. Suor Alma Castagna,
missionaria a Timor Est: ufficiale. Michele De Lucchi è un famoso designer milanese. Ha
aperto uno studio anche a Roma, diretto da Enrico Quell. Lavorano per il Giubileo, stanno
rifacendo tutti gli uffici postali d’Italia. De Lucchi, lei è diventato ufficiale. Resta allibito alla
notizia. Risponde: «Lo sa che cosa disse Dario Fo quando vinse il Nobel? Mi viene da
ridere. Ecco, anche a me. Ma sono felicissimo. Chi ha fatto il mio nome al presidente?
Gigi Zanda? Passera?». No. Al Quirinale hanno fatto tutto da soli. Svecchiando in
maniera creativa e antiburocratica i titoli repubblicani