Return
Main Menu
 
 
 
 
 
 
 
 

 
 
 

 

ITALIANI ALL’ESTERO SCONFITTI 
ALLA "COPPA VOTO"

Editoriale di Marco Basti su Tribuna Italiana. "Come gli azzurri, anche noi, italiani all’estero, siamo riusciti ad arrivare alla finale, con l’approvazione dell’articolo 48. Eravamo ai bordi del campo, pronti a festeggiare l’approvazione al Senato, dopo una lunga attesa e tanto sforzo. Nei minuti di ricupero, cioè nella seconda giornata di discussioni, i senatori hanno segnato nella nostra porta"
 


(News ITALIA PRESS) Anche tra i nostri connazionali residenti all’estero continua a discutersi della delusione suscitata dalla sconfitta italiana alla finale degli Europei di calcio. Di questo parla anche Marco Basti dall’Argentina, nel suo editoriale su Tribuna Italiana, senza perdere l’occasione di fare una parallelismo con le delusioni che continuano a costellare l’iter legislativo per rendere effettivo l’esercizio del diritto di voto all’estero. Riportiamo di seguito il testo dell’editoriale.

"Domenica scorsa a Rotterdam si giocava il terzo minuto di ricupero, e supplenti, ausiliari e tecnici azzurri, abbracciati, appena appena riuscivano a trattenersi per cominciare a festeggiare un successo da molto tempo atteso. La rete del pareggio, arrivata a tempo scaduto, ha paralizzato tutti, ma comunque hanno continuato a sperare. Purtroppo il gol della morte segnato da Trezeguet, ha definitivamente bocciato le attese dei tifosi azzurri che ora dovranno attendere un nuovo grande appuntamento, i mondiali del 2002, con le ansie che comporta la serie di qualificazione e, se la squadra di Zoff ce la farà, l’emozione ancor maggiore delle partite mondiali. Ma dovranno ricominciare tutto da capo.

La situazione ha dei parallellismi con quella nostra grande partita, con la nostra grande attesa della "Coppa voto". Come gli azzurri, anche noi, italiani all’estero, dopo anni di attesa (certo molti di più dei 32 senza coppa europea o 18 senza coppa del mondo della nazionale italiana di calcio) siamo riusciti ad arrivare alla finale, con l’approvazione, l’anno scorso, dell’articolo 48 che ha istituito la Circoscrizione Estero. Ora dopo l’approvazione alla Camera degli articoli 56 e 57- che stabiliscono il numero di deputati e di senatori che potremo eleggere come nostri rappresentanti - eravamo ai bordi del campo, pronti a festeggiare l’approvazione al Senato, dopo una lunga attesa e tanto sforzo. Nei minuti di ricupero, cioè nella seconda giornata di discussioni, i senatori hanno segnato nella nostra porta. Certo, non si tratta di sport, non è proprio la stessa situazione, si tratta di un autogol per l’Italia. Gli italiani in Patria però, provando come noi, una grande delusione per la sconfitta degli azzurri, potranno avere una idea di quanto è grande la nostra delusione per il voto negato, che è ancora più profonda di quella che hanno provato per la sconfitta nella finale della Coppa Europea.

L’approvazione-beffa di mercoledì scorso al Senato, dove la stragrande maggioranza dei senatori ha votato a favore della riforma degli articoli 56 e 57 della Costituzione, ma con un emendamento sul testo originale approvato in prima lettura alla Camera, chiude in modo praticamente definitivo ogni possibilità di consentire agli italiani all’estero di poter esercitare il diritto di voto, nelle prossime elezioni politiche del 2001. Se i tempi erano stretti prima, molto di più lo sono adesso e alle promesse (ancora promesse) dei parlamentari e dei membri del governo, di fare in fretta e furia per poter arrivare in tempo all’appuntamento con le urne dell’anno venturo, non crede più nessuno.

Anche per questo sarebbe conveniente risparmiare la figura del Presidente della Repubblica e non cercare un suo intevento - come hanno chiesto il presidente e il segretario generale del CGIE - che sarebbe inutile e porterebbe solo discredito ad una personalità illustre come quella del Presidente Ciampi.

A questo punto risulta fin troppo evidente che il partito trasversale che si ostina a negarci il voto, non sarà permeabile alle nostre richieste e neanche ad altre che potrebbero arrivare dall’autorevole voce del Quirinale. Il partito trasversale del non voto, che coinvolge componenti di tutti i partiti, non vuole mollare le proprie poltrone. Ma soprattutto questa formidabile nazionale che si rifiuta di riconoscerci un diritto che sancisce la Costituzione del ‘48, gioca per non consentirci neanche di partecipare alla serie di qualificazione. "Voi ve ne siete andati", "Menem è il vostro Presidente" , sono il loro tipo di frasi preferite, che sanciscono la nostra non appartenenza al Campionato che giocano gli italiani in Patria.

Ma inoltre, visto che ormai non ci si arriva con i tempi alle elezioni del 2001, sarebbe il caso di riflettere se non sia il caso di cambiare strategia e di non puntare tutto sul voto, come abbiamo fatto negli ultimi dieci anni. Inseguendo questo obiettivo, il cui raggiungimento avrebbe dovuto consegnarci le chiavi per aprire le vie alle soluzioni delle altre annose problematiche che ci riguardano, abbiamo perso un decennio.

Oggi ci troviamo ancora al punto di partenza, non voteremo alle elezioni dell’anno venturo, la rete consolare è sempre insufficiente (e la tendenza è al peggioramento), l’assistenza è insufficiente (e anche in questo aspetto le prospettive sono di maggiori difficoltà) e insufficiente è anche la politica culturale. Inoltre stentano a venire fuori le nuove generazioni sulle quali si dice di puntare, ma senza fare il necessario perché vengano fuori.

I nostri rappresentanti al CGIE avranno una prima occasione per rivedere la strategia, già oggi, quando a Roma si riunirà l’assemblea plenaria. C’è da augurarsi che non perdano il tempo facendo dichiarazioni altisonanti deplorando l’approvazione-beffa del Senato, ma che si impegnino ad ottenere almeno una immediata soluzione al problema dell’assistenza agli anziani disagiati dell’America latina."

News ITALIA PRESS