ROMA
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L'acqua e l'umidità si erano infiltrate negli angoli del Vittoriano
già prima che il monumento fosse finito e consegnato nelle mani
di Vittorio Emanuele III, successore di quel Re, artefice dell'Unità
d'Italia, in cui onore era stato pensato e costruito. Era il 1900 e nelle
strutture si erano già aperte alcune falle. L'inaugurazione ufficiale
ci sarebbe stata solo 11 anni più tardi, ma il degrado era iniziato
e sarebbe andato avanti per un secolo, senza soluzione di continuità.
Nel 1969 il monumento fu addirittura chiuso dopo lo scoppio di un ordigno
collocato ai suoi piedi. Poi qualcosa si è mosso e oggi l'Altare
della Patria ha riaperto, restaurato da cima a fondo, dalla statua del
Re ai mosaici nascosti nelle sue sale; 14.500 metri quadrati di spazi tirati
a nuovo.
Stamattina c'erano il presidente della
Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi a presentare l'opera di restauro e il
ministro dei Beni culturali, Giovanna Melandri ad accogliere i primi visitatori.
Da oggi tutti i giorni, dalle 10.30 fino a un'ora prima del tramonto, i
cittadini potranno visitarlo gratuitamente, tranne il lunedì. L'ingresso
è su Piazza Venezia e la visita è in nove tappe, un'arrampicata
su per i suoi gradoni.
Ma per entrare in quello che è un
simbolo della Repubblica, il ministero dei Beni Culturali ha voluto aprire
anche una finestra su Internet. La storia del monumento, il profilo degli
architetti e degli scultori (70 negli anni) che hanno contribuito a edificarlo,
sono parte di un viaggio virtuale che tenta di non tralasciare nulla, dalle
statue, alle foto d'epoca, alla storia, alle critiche che l'architettura
del Vittoriano ha sempre suscitato.
Ribattezzato la "macchina da scrivere"
le strutture del monumento sono state corrose piano piano dal tempo, poi
l'acqua piovana e lo smog hanno fatto il resto.
Oggi,
a osservarlo da fuori, passando per il traffico di Piazza Venezia, forse
non ci si accorge dell'entità dei restauri. Eppure le differenze
ci sono e si vedono, forse ancora meglio, sul sito del ministero. Qui per
alcune statue e mosaici sono messi a confronto il prima e il dopo. Gli
occhi sul viso della statua del Re, per esempio, erano ormai completamente
anneriti e irriconoscibili. Oggi, a guardarli, si intuisce il suo sguardo,
lo stesso per cui il Parlamento, nel 1878 votò la legge che decise
la costruzione del monumento. Fu indetto un concorso che si rivelò
subito difficile: di tutti i progetti presentati vinse quello di uno straniero.
La gara venne annullata e si ricominciò da capo.
Storia, simboli e anche un recupero della
struttura architettonica del Vittoriano, spesso denigrata, sono parte del
viaggio virtuale che si compie sul sito. Oggi il Vittoriano possono giudicarlo
tutti, dal di dentro e da fuori. E' riapparso così come era stato
pensato. La cancellata di ferro lunga 40 metri è riemersa, dopo
essere stata seppellita per anni sotto il terreno, si sono restaurate le
terrazze e i lucernai. Sono state ripristinate le due fontane laterali
che raffigurano il mar Tirreno e l'Adriatico.
Un'opera di rifacimento lunga e costosa,
iniziata già nel 1997 con il nuovo sistema di illuminazione che
ha contribuito a riavvicinare i cittadini al monumento. Poi sono arrivati
i 10 miliardi stanziati per il Giubileo del 2000, che hanno consentito
gran parte delle opere di restauro. Ma i segreti del Vittoriano sono forse
custoditi all'interno, in quei mosaici che raccontano anche parte della
storia d'Italia.
(4 novembre 2000)
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