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Sconfitto sonoramente l’esponente repubblicano, l’italoamericano Rick Lazio
IL POPOLO NEWYORCHESE 
HA SCELTO HILLARY
di Alessandro Catapano/News ITALIA PRESS 


   (News ITALIA PRESS) Nel giorno in cui doveva prendere corpo ufficialmente il nome del successore di Bill Clinton- ma in realtà il drammatico testa a testa tra Bush, il candidato repubblicano, e Gore, l’attuale numero due della Casa Bianca, non ha ancora un vincitore e non lo avrà fino a domani o almeno fino a quando non sarà completato lo spoglio delle schede della Florida- un’altra Clinton, Hillary, la First Lady, comincia la sua carriera politica, che molti assicurano sarà fulminante, con un seggio al Senato conquistato nello Stato di New York a danno del suo rivale repubblicano, l’italoamericano Enrico, detto Rick, Lazio. 

   E’ un fatto storico, sia perché Hillary da 'moglie tradita e ingannata' diventa la prima First Lady a ricoprire una carica pubblica, sia perché ha conquistato un seggio prestigioso, quello di senatore dello Stato di New York, tradizionalmente definito “uno dei templi più esclusivi del potere maschile Usa”. Oltretutto l’affermazione di quella che molti considerano la persona senza cui Bill Clinton non avrebbe mai superato i confini del “suo” Arkansas, è avvenuta in maniera netta: l’avversario Rick Lazio, che ha sostituito in corsa, è noto a tutti, Rudy Giuliani ammalatosi di cancro, è stato staccato di ben otto punti percentuale. Hillary ha beneficiato soprattutto dell’affluenza record di elettori (oltre il 70% degli aventi diritto), del consenso dei neri, degli ispanici e, naturalmente delle donne, tutti fattori che hanno avvantaggiato l’esponente dei Democratici. 

   E il “povero” Rick Lazio, l’italoamericano chiamato in fretta e furia dal suo partito a sostituire Rudy “Pugno di ferro” Giuliani? Già in partenza le sue speranze di vittoria erano poche, sebbene sia numericamente consistente la destra più conservatrice agguerrita contro la politica clintoniana, poi una campagna condotta all’insegna di colpi bassi e battaglie personali contro l’avversaria ha fatto il resto, sortendo l’effetto opposto. Lazio, come lui stesso si è definito “un ragazzo qualunque, orgoglioso di appartenere alla Working Class”, avrebbe commesso un errore di fondo: ritenere che accusarla di complicità con i terroristi palestinesi potesse essere l’arma migliore per toglierle consensi. Ma non aveva fatto i conti con la scaltrezza politica e la saggezza della First Lady: con colpi di scena politicamente spettacolari Hillary non solo ha respinto le accuse che le erano state indirizzate, ma ha anche mobilitato l’opinione pubblica contro l’avversario “conservatore, nemico delle donne e delle minoranze”. Risultato: tanti sono stati i tentativi di gettarle fango addosso, tanti i consensi guadagnati da Hillary Rodham Clinton.

   Agli errori commessi in campagna elettorale da Lazio va aggiunto un dato di non poca rilevanza: Hillary è stata sostenuta dal marito, che più volte si è recato a New York, contribuendo alla raccolta di finanziamenti e alla conduzione della grandiosa macchina elettorale democratica. Rick, invece, ha ricevuto sì l’aiuto del governatore dello Stato di New York, il repubblicano Pataki, ma non quello dell’esponente del numero uno del partito, quel George W. Bush che ha ritenuto inutile, non avendo nessuna possibilità di raccogliere molti consensi per la sua battaglia presidenziale tra i “progressisti” di New York, recarsi nella Grande Mela. L’italoamericano battuto ha salutato la fine di una campagna elettorale estenuante con questo pensiero: “Mi sento come i Mets (la squadra newyorchese sconfitta pochi giorni fa nella finale del campionato di baseball dall’altra newyorchese, gli Yankees, ndr), siamo arrivati secondi. E’ tempo di elevare le nostre teste e di stare insieme ai newyorkesi”. 

   Insomma congratulazioni a Mrs. Clinton, ma con una piccola riserva: e se ci fosse stato Rudy Giuliani, l’uomo che ha portato il tasso di criminalità newyorkese ai livelli di un piccolo villaggio di campagna ?