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MESSAGGIO AGLI ITALIANI NEL MONDO
DI MIRKO TREMAGLIA

Roma, 11 marzo 2001



Cari miei connazionali,

gli uomini del Palazzo ci hanno tradito. Hanno avuto paura che le riforme costituzionali da noi introdotte nella Costituzione della Repubblica divenissero efficaci e che voi poteste votare nelle prossime elezioni politiche.

Voi siete un’immensa forza italiana, culturale, economica, politica. Certamente antipartitocratica. Una grandissima risorsa e ricchezza. Voi siete gli italiani autentici, veri ambasciatori della Patria nel mondo. Della Patria, non dei partiti.

Vi hanno truffato all’ultimo momento, dopo che eravate entrati, per la prima volta, nella Costituzione della Repubblica. Dopo dieci anni dall’entrata in vigore della legge dell’AIRE (1988), il Governo si è accorto improvvisamente che non era ancora pronto "per affrontare gli adempimenti tecnici". 

È una vera mistificazione. È falso! Nessuno deve parlare di "ristrettezze dei tempi" considerato che il problema, che è quello della "bonifica" dei dati tra le due anagrafi, AIRE e Anagrafe consolare, tra il Ministero degli Interni e quello degli Esteri era dibattuto da oltre dieci anni. 

Abbiamo pure osservato che non era certamente indispensabile sciogliere il Parlamento in quel momento, quando in pochi giorni poteva essere votata, dopo pesanti colpevoli ritardi, la Legge ordinaria di attuazione delle norme costituzionali, di cui è garante il Capo dello Stato. Lo abbiamo chiesto, unitamente a Narducci, Segretario Generale del CGIE e dei Vice Segretari Macrì e Farina, al Presidente della Repubblica. 

È avvenuto il contrario. Lo scioglimento immediato l’8 marzo ha reso automaticamente inefficaci le norme costituzionali ed è stata ignorata la priorità assoluta della Legge che rendeva attuali e attuabili proprio quelle norme, per le quali mi ero battuto, ottenendo la vittoria, per decenni. 

Tutto così è divenuto inutile; è una conseguenza gravissima alla quale avevamo richiamato inutilmente la responsabilità del Capo dello Stato. Non dimenticatevi che il Senato ha ritenuto di ritardare l’esame della Legge, approvata dalla Commissione Affari Costituzionali il 22 febbraio (era stata ferma in Commissione dal 20 luglio del 2000) e poi non l’hanno voluta votare in aula al Senato, facendola definitivamente morire. Questa è la responsabilità di molti, questo è il misfatto. In malafede si é così compiuta una congiura, "il complotto"; così gli italiani all’estero sono stati defraudati del loro sacrosanto diritto. È una vergogna, è uno scandalo internazionale. Dopo aver dedicato tutta la mia vita e avere raggiunto il successo con la revisione della Costituzione, dopo che milioni di italiani avevano con me gioito all’estero, dopo che le promesse fatte, anche ai più alti livelli costituzionali, non sono state mantenute, è arrivata questa ignobile pugnalata che mi ha profondamente colpito. Sono molto amareggiato e addolorato, senza parole. Ho detto a me stesso: il sogno è finito. Ma ho pensato molto a Voi. 

A questa meravigliosa famiglia nella quale ho imparato a vivere. E credo di potervi dire oggi, dopo tanto stress: non rassegnatevi! Ho pensato di reagire e ho voluto reagire con rabbia e indignazione. Il bene deve assolutamente vincere sul male. Le proteste sono giunte da tutto il mondo contro l’infamia.

Cari miei connazionali all’estero, devono vincere la nostra italianità e il vostro sacrosanto diritto. Voi mi avete dato la forza di sopravvivere nel momento più tragico della mia vita; il mio debito verso di voi è infinito, la mia fedeltà a voi è assoluta. E allora ricominciamo insieme con coraggio per vincere contro il malaffare: per la giustizia e per la democrazia. Non permetteremo più i ribaltoni; entro i primi 6 mesi della nuova legislatura faremo approvare la Legge ordinaria e verrà ricostruito il Ministero per gli Italiani all’Estero. Così deve essere.

Verrò a trovarvi in tutto il mondo. Datemi la possibilità di vivere l’ultima parte della mia vita con voi e per voi; per la nostra vittoria. E così sarà. Sarà così la disfatta degli ipocriti e degli uomini politici senza Patria. Si compirà il percorso iniziato da decenni per questa grande battaglia di civiltà. La nostra reazione sarà durissima e sempre al di sopra delle parti. Protestiamo, ma andiamo avanti. Stringiamoci attorno alle nostre Associazioni e al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero. Passato il dolore, con grande tensione morale e ideale, sono pronto a ricominciare, con un atto di fede totale. Evviva la nostra amata Patria. Vi ringrazio dal profondo del cuore.

Un abbraccio

Mirko Tremaglia

Presidente del Comitato Parlamentare per gli italiani nel Mondo

P.S.: Scrivetemi
Fax: 0039 035 235053 - Fax: 0039 06 6780296 - Fax: 0049 711 2220718