A
St.Louis le comunita' italiana ed ebraica si incontrano nel nome di Walter
Wolff, un saggio e amabile pensionato di Long Island (N.Y.) venuto a presentare
il suo libro "Bad Times Good People" e rievocare il suo passato di ex deportato
a Dachau, salvato da un visto d'ingresso per l'Italia e dall'umanita' degli
italiani conosciuti nei tempi bui della guerra e dell'occupazione.
Su
iniziativa del Consolato generale d'Italia a Chicago e dell'ufficio NIAF
per il Midwest, la comunita' italiana di St.Louis (Missouri) si e' riunita
per ricevere Walter Wolff, un ex internato nel campo di concentramento
di Dachau, riuscito a salvarsi unitamente alla madre e al fratello grazie
ad un visto d'ingresso rilasciatogli nel marzo 1939 da un console italiano
in Germania, dietro semplice presentazione dei documenti per un viaggio
marittimo, con imbarco a Genova e destinazione a Shanghai. Un visto che
altri paesi, tra cui gli Stati Uniti, gli avevano rifiutato.
Nato ad Aachen (Aquisgrana)
nel 1917 e vissuto a Francoforte fino allo scatenamento delle persecuzioni
anti-semite (la Notte dei Cristalli) Walter Wolff e' l'autore di un volume
di memorie dal titolo significativo: "Bad Times Good People", dal quale
dopo mezzo secolo riemerge tutta la sua vicenda di profugo nell'Italia
in guerra, prima a Genova e poi nelle varie localita' di internamento e
residenza coatta (Campagna, Ferramonti, Casale Monferrato, Ponte Chiasso
e Milano), tutte tappe di un incerto percorso verso la salvezza, raggiunta
con grande coraggio e presenza di spirito ma soprattutto grazie all'umanita'
di tanti italiani e italiane, semplici cittadini, ma anche parroci e agenti
di polizia, che nei momenti piu' difficili e a rischio della propria vita
aiutarono la famiglia Wolff a sottrarsi all'arresto e alla deportazione
ai campi di sterminio del Reich hitleriano.
A St.Louis, in una riunione
organizzata il 6 giugno 2001 dal forum "Italiano Per Piacere" (www.italystl.com)
punto d'incontro piu' unico che raro per i cultori della lingua italiana
negli Stati Uniti, Walter Wolff ha rievocato la sua vicenda di perseguitato
razziale nell'Italia in guerra e poi sotto occupazione, del suo insperato
impiego presso l'AGIP a Milano, sotto nome di copertura Valter Monti, fino
all'incontro a fine aprile 1945, con la futura moglie, Vittoria Fubini,
e successivo espatrio a New York nel 1947.
Nella serata del 7 giugno
gli Italiani di St.Louis hanno accompagnato Walter Wolff ad un incontro
con la locale comunita' ebraica, per una conferenza, questa volta in inglese,
presso il "Jewish Holocaust Museum" del Missouri.
Nelle due giornate trascorse
a St.Louis l'anziano ex deportato ha riscosso la simpatia di tutte le persone
che hanno avuto modo di avvicinarlo e di apprezzare la sua pacata e lucida
rievocazione di un passato doloroso, risolto grazie ad una serie di circostanze
e incontri provvidenziali. Allo stesso modo e' stata apprezzata la sua
grande umanita', il suo monito a lottare fermamente contro ogni forma di
pregiudizio e discriminazione razziale, la sua gratitudine per tutti gli
italiani e italiane che lo hanno aiutato a rischio della propria vita,
all'insegna del precetto biblico del non fare agli altri quello che non
vorremmo fosse fatto a noi stessi.
Walter Wolff fa parte della
commissione "Giustizia sociale" dell' 'Order Sons of Italy' a New York.