Bush
e Berlusconi sottolineano la piena identità di vedute sui temi della
politica internazionale: scudo spaziale in primo luogo, apprezzamento per
Putin. "Gli italiani staranno benissimo col mio amico Silvio"
(©Il Nuovo News ITALIA
PRESS) Accolto dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, il
presidente Usa, George Bush, è giunto in perfetto orario al Quirinale,
prima tappa di un'intensissima giornata romana. Il corteo presidenziale
è stato accolto da squilli di tromba del picchetto d'onore composto
da militari di esercito (Lanceri di Montebello), marina e aeronautica,
più altri 20 corazzieri a cavallo. Insieme, i due presidenti hanno
ascoltato gli inni nazionali eseguiti dalla Fanfara dei Carabinieri, mentre
sul torrino veniva issata la bandiera a stelle e strisce degli Stati Uniti
accanto al tricolore e alla bandiera azzurro stellata dell' Unione Europea.
Quindi Ciampi e Bush hanno passato in rassegna i reparti italiani schierati,
poi si si sono ritirati per il colloquio con le rispettive delegazioni.
Bush è stato poi ricevuto
dal pontefice Giovanni Paolo II per un incontro definito "amichevole".
Venti minuti di incontro, nel corso del quale sono stati affrontati numerosi
temi in agenda. Bush ha riconosciuto a Giovanni Paolo II un ruolo
chiave quale autorità morale internazionalmente riconosciuta. Come
riferiscono fonti vaticane, il Papa avrebbe caldeggiato con Bush una ''rivoluzione
delle opportunità'' , che consenta a tutti i popoli del mondo di
dare il proprio contributo alla prosperità economica e ne possano
godere i frutti. Giovanni Paolo II avrebbe inoltre ribadito la preoccupazione
della Chiesa per la ''tragica'' divisione del mondo tra ricchi e poveri.
Al centro del colloquio anche la questione della tutela dell'embrione.
Alle 12,30 il ritorno a Roma.
Nella splendida cornice della sede di rappresentanza della presidenza del
Consiglio, Bush ha pranzato con Berlusconi, preludio all'incontro a quattr'occhi
e alla conferenza stampa finale. Nella sostanza, si è registrato
il via libera italiano allo sviluppo di nuovi sistemi di difesa antimissile
come lo scudo americano. Questo afferma, nelle conclusioni, la dichiarazione
congiunta di Silvio Berlusconi e del presidente americano, diramata da
fonti americane prima della conferenza stampa che deve concludere il loro
incontro: La cooperazione tra Italia e Usa per promuovere la pace, la
sicurezza e lo sviluppo economico - continua la dichiarazione -è
stata una costante nell'Alleanza transatlantica.
All'alba del 21° secolo,
noi rinnoviamo il nostro impegno a questa partnership, i cui frutti dovranno
passare, insieme con i valori che ne sono fondamento, alle future generazioni
come eredità comune. Usa e Italia sentono la necessità di
un quadro di riferimento strategico capace di fare fronte alla crescente
minaccia della proliferazione delle armi di distruzione di massa e del
numero crescente di missili a lungo raggio per portarle a segno. Berlusconi
e Bush hanno detto che fra i che fra i temi trattati c'è anche un
maggior impegno sul fronte della cooperazione militare. Il premier italiano
ha assicurato che l'Italia sarà "a fianco degli Stati Uniti per
partecipare alla discussione" con gli alleati sul progetto di scudo antimissile
americano. E si è detto disposto a cercare di convincere "alcuni
alleati europei che ancora non hanno capito che è cambiato il mondo".
In discussione anche l'allargamento
della Ue: ''Non è escluso - ha detto Berlusconi - che la Federazione
Russa se non domani, o dopodomani, possa entrare nell'Unione Europea, dove
ci stanno Paesi che condividono una comune civiltà cristiana. Io
penso che nel futuro si potrà anche parlare di una Federazione Russa
che entri addirittura nell'Alleanza atlantica''. "I russi - ha aggiunto
- sono un popolo che viene da un passato importante, hanno un antico orgoglio,
un antico arsenale atomico. Dobbiamo avere molto tatto e procedere con
pazienza. Io credo che con il presidente russo Vladimir Putin si potrà
fare una buona strada".
Bush si detto inoltre "onorato"
di aver incontrato il Papa anche se, ha aggiunto, sarà "difficilissimo"
decidere per lo stop all'utilizzo delle cellule embrionali chiesto dal
Vaticano. "Dovrò parlarne in America", ha risposto il presidente
Usa.