(ANSA)
- ROMA - L'Italia e' in prima linea con gli Stati Uniti nella lotta al
terrorismo internazionale ed e' pronta ad assumersi le proprie responsabilita'
ospitando, se necessario, un nuovo vertice del G8: e' la linea sulla quale
Silvio Berlusconi ha raccolto il consenso della Camera dei Deputati in
un'atmosfera gravida di tensione e drammaticita'. Anche se
per ora il premier si e' sentito di escludere nuovi episodi di terrorismo
minore, visto lo spettacolare successo degli attentati di Manhattan, resta
infatti la preoccupazione per uno scenario mondiale sconvolto dal day after.
Occorrera' una ''risposta decisa'' (la definizione e' del ministro
Ruggiero), meditata ma sufficientemente energica per individuare i mandanti
della catastrofica strage ''a qualsiasi livello essi si collochino''.
Parole chiare, quelle del presidente del Consiglio, che non escludono reazioni
militari contro paesi sospettati di ospitare i terroristi, anche se la
risposta principale dovra' essere politica perche', sono sempre parole
di Berlusconi, l'Occidente non ha ancora valutato fino in fondo le conseguenze
della fine dell'equilibrio bipolare. E' dunque fisiologico
che ci siano visioni diverse tra le forze politiche sulla strategia da
seguire, anche se Rutelli ha assicurato che l'opposizione sara' al fianco
del governo nel sostegno agli Stati Uniti e nella difesa dei valori della
liberta' e della democrazia dell'Occidente e D'Alema ha ricordato come
in certi momenti sia necessario l'uso della forza, citando la guerra del
Kosovo. Il nodo e' sull'opportunita' di convocare una nuova
sessione del G8 (che potrebbe apparire come un tentativo dei paesi ricchi
di imporre ancora una volta il proprio ordine mondiale) o piuttosto coinvolgere
subito l'Onu. Non ha torto Bertinotti quando avverte che il rischio e'
quello di una guerra immanente e di una civilta' che alza il ponte levatoio
per ripiegarsi su se stessa. Come ha detto il ministro degli Esteri, assistiamo
oggi - a differenza del passato - a una guerra condotta contro i civili
con mezzi civili: un cambio di scenario apocalittico che richiede innanzitutto
di capire e prosciugare l'elemento in cui nuotano i terroristi. Ma allo
stesso tempo si tratta di ''dare fiducia al mondo'', avverte Romiti, senza
cadere nella spirale delle vendette e delle rappresaglie. Su
questo il centrosinistra sembra piu' orientato a lavorare per un coinvolgimento
di tutti i paesi del mondo, attraverso l' Onu, mentre il governo pensa
innanzitutto ad essere al fianco dell'amministrazione Bush per mettere
a punto un'agenda delle risposte da dare al nemico. Fini non esclude che
l'Italia possa trasformarsi nella principale testa di ponte della Nato
nel Mediterraneo, l'area geopolitica che - rileva Andreotti - conosciamo
meglio di altri e nella quale abbiamo doveri particolari. Una nuova sessione
del G8 comunque, assicura Buttiglione, dovrebbe servire soprattutto ad
aiutare gli Stati Uniti ad elaborare una proposta operativa per l'Onu e
costruire un percorso comune di giustizia (magari attraverso un Tribunale
internazionale) e non di vendetta. Ma su un punto sono tutti
d'accordo: come dice Fassino, la sicurezza e' un problema globale, deve
riguardare i cittadini di New York come quelli di Baghdad, e dunque e'
giunto il momento di risolvere i nodi del rapporto Nord-Sud, in altre parole
il rapporto tra paesi ricchi e paesi poveri. Sara' una strada
''lunga, difficile e dolorosa, ma senza scorciatoie'', avverte Berlusconi,
lungo la quale si dovra' trovare il modo di punire gli assassini ma anche
di garantire ''pace, liberta' e sicurezza'', tre beni indivisibili che
non esistono uno senza l'altro. Il premier pensa che il calcolo del terrorismo
sia quello di minare la sicurezza psicologica dei cittadini: primo compito
dei governi e' dunque quello di offrire questa sicurezza, scovando e colpendo
le basi del terrorismo sempre sostenuto da dittatori e regimi illiberali.
Il premier pensa a risposte militari e di intelligence, accompagnate da
iniziative politiche e di pace che bandiscano ogni forma di violenza e
di negazione di un popolo ad esistere. Saranno i contatti internazionali
dei prossimi giorni a definire meglio la strategia del mondo occidentale,
mentre si pensa anche a sostenere l'economia globale con misure di appoggio
in attesa della riapertura di domani di una Wall Street davvero colpita
al cuore, ma forse in grado di dare segnali positivi di reazione. (ANSA).
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