“Si tratta di un evento
grave, con ripercussioni interne ed internazionali, che si è concluso
in termini di irresponsabilità”. Così inizia la dichiarazione
che il ministro per gli Italiani nel Mondo Mirko Tremaglia ha rilasciato
il 6 gennaio 2002, sulle dimissioni del Ministro degli Esteri Renato Ruggiero.
“Basti leggere il comunicato
ufficiale diramato dopo il colloquio tra Ruggiero e Letta, spiega Tremaglia,
– nelle sue contraddizioni di ringraziamento al Ministro degli Esteri,
in cui si ribadisce che la politica estera italiana è stata condotta
in modo efficace e costruttivo, specie sul piano europeo, arrivando poi
alle conseguenze opposte – per comprendere che le dimissioni sono senza
motivazioni”.
“Ritengo tuttora necessario
- ha proseguito il Ministro – un vero chiarimento in termini leali e nell’interesse
generale della Nazione. Non dobbiamo dimenticare la forte personalità
del Ministro degli Esteri ed i riconoscimenti ottenuti a livello internazionale,
mentre qualcuno definiva l’Europa “Forcolandia” e si è giunti ad
un isolamento internazionale per la questione del mandato di cattura europeo:
questione che si è conclusa sentito proprio il Ministro degli Esteri
con l’intervento risolutivo di Berlusconi. Anche la polemica sull’Euro
era del tutto inopportuna, specie dopo il messaggio di fine anno del Capo
dello Stato”.
“Parlo di irresponsabilità
– precisa il ministro per gli Italiani nel Mondo – perché dopo aver
fissato l’incontro di vertice per martedì prossimo (8 gennaio, ndr),
il Presidente del Consiglio ha ascoltato alcuni ministri e non altri, e
ha deciso di anticipare con una telefonata la fine della collaborazione
del Ministro degli Esteri”.
“Di fronte ad una vicenda
di così grande rilievo – sottolinea Tremaglia -, con l’anticipazione
della decisione avvenuta dopo l’incontro di Berlusconi in Sardegna, bisogna
prendere atto che la delegazione ministeriale di AN è stata esclusa
da questi colloqui”.
“Dico questo sul piano della
responsabilità – rileva il Ministro -, sottolineando che si tratta
del Vice Presidente del Consiglio e della seconda forza politica di coalizione
della maggioranza”.
“Il rapporto deve essere
sempre corretto e leale – conclude Tremaglia -, e non è accettabile
il contrario: se Fini era assente bastava fare una telefonata o aspettare
la data di martedì già fissata”.