Tremaglia:
“Realizzare la grande alleanza”
(9colonne) ROMA - «Dobbiamo realizzare la grande
alleanza tra gli italiani all'estero e gli italiani che vivono in Italia:
per questo ci batteremo nei prossimi mesi». Con queste parole
il ministro per gli italiani nel mondo Mirko Tremaglia ha chiuso il primo
convegno degli imprenditori italiani nel mondo che si è svolto
a Roma dal 20 al 22 ottobre. Un convegno che ha registrato, nei tre
giorni di dibattiti, la partecipazione di ben 160 imprenditori italiani
operanti all'estero e gli interventi del vicepremier Gianfranco Fini,
dei ministri Giulio Tremonti, Antonio Marzano, Pietro Lunardi e Maurizio
Gasparri. «E' stato un momento importante - ha detto Tremaglia
nella conferenza stampa conclusiva - perché abbiamo presentato al
governo italiano ed ai suoi ministri l'altra Italia, quella che lavora
ed opera all'estero, producendo svariati miliardi di dollari di fatturato».
Al convegno si sono incontrate tutte le parti in causa
del processo economico del Paese: gli imprenditori, i politici e gli operatori
del settore (Assocamerestero, l'Ice, la Confcommercio, Confindustria
e Unionamere). Il primo risultato della tre giorni di lavori della
Fao è stato l'istituzione di una confederazione degli imprenditori
all'estero che prenderà corpo nei prossimi mesi per tenere
in contatto tra loro i rappresentanti economici dell'altra Italia.
«Il mio ministero - ha detto ancora Tremaglia rivolto agli imprenditori
- è senza portafogli, ma non ho bisogno di fondi, perché
voi siete il mio patrimonio e gli altri ministri, come avete potuto
vedere in questi giorni, sono costretti ad operare per i vostri interessi».
Il richiamo all'italicità del ministro è
stato amplificato dal vicepremier Fini: «Il valore dell'identità
nazionale - ha detto il leader di An - è cresciuto in questi
ultimi anni in Italia e di questo dobbiamo dare merito al presidente della
Repubblica Ciampi che si è adoperato anche per rendere possibile
la ricomposizione della frattura fra italiani emigrati ed italiani in Italia».
Il vicepremier, ha inoltre sottolineato che Ciampi «con grande
energia e lungimiranza ha cercato, riuscendoci, di superare le incomprensioni
anche all'interno dei confini nazionali». «Oggi gli italiani
all'estero - ha detto Fini - godono di diritti e doveri in Italia grazie
all'operato del ministro Tremaglia e della considerazione dei paesi che
li ospitano. Ma la loro storia non è stata tutta rose e fiori
e ripercorrerla ci insegna che l'accoglienza civile è degna di paesi
come l'Italia». «Noi quindi - ha concluso il vicepremier
- dobbiamo impegnarci oggi affinché coloro che cercano fortuna in
Italia non sia no considerati solo braccia da lavoro ma vengano trattati
come persone, uomini, donne e bambini. Persone che - ha proseguito - desiderano
non essere discriminati con il sacrosanto diritto di vedersi integrati
a patto di rispettare regole e doveri del paese che li ospita». Per
Fini l'Italia «che ha alle spalle esperienze di emigrazione,
può e deve avere un atteggiamento all'insegna di valori, rispetto
e considerazione. E non credo di essere retorico parlando di valori,
perché la politica non è solo fare i conti e tenere l'amministrazione
ma deve avere solidi valori di riferimento». Il vicepresidente del
Consiglio ha quindi sottolineato che tutto questo è alla base della
sua proposta di legge per il voto agli immigrati che rappresenta, ha detto,
«uno dei tanti passaggi fondamentali per garantire l'integrazione,
integrazione che è un dovere - ha concluso - altrimenti la storia
non ci ha insegnato nulla».
Ciampi: “Una ricchezza essenziale”
(9colonne) ROMA - L'impegno degli imprenditori italiani
che operano all'estero "rappresenta per noi una ricchezza, una risorsa
essenziale che rafforza la proiezione internazionale dell'Italia
e concorre a diffondere il nostro patrimonio di civiltà, di valori,
di cultura e di prestigiosa tradizione". Questo il saluto indirizzato
dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, al ministro per
gli Italiani nel mondo, Mirko Tremaglia, in occasione della prima
giornata del convegno internazionale degli imprenditori italiani nel mondo
che si è tenuto nella sede della Fao a Roma. "Il
convegno - scrive Ciampi - sottolinea i risultati e approfondisce le prospettive
di crescita della nostra economia in un mercato aperto e globalizzato".
"L'impresa italiana all'estero - continua il messaggio del capo dello Stato
- testimonia nel mondo i valori di una produttività che coniuga
professionalità e innovazione, competitività e sviluppo con
le doti di passione e di fantasia che sono tra i tratti distintivi della
nostra identità nazionale". Ciampi ha poi incontrato il ministro
Tremaglia e la delegazione di imprenditori italiani nel mondo presente
al convegno della Fao: il Capo dello Stato ha definito nell'occasione
l'euro «un enorme successo, anche dal punto di vista politico».
«Ve lo dico non perché io sia un patito dell'euro",
ha detto Ciampi invitando gli imprenditori italiani nel mondo di investire
il più possibile in Italia usando, per l'appunto, la nuova
divisa. «L'euro è la moneta comune di 12 paesi con una popolazione
complessiva di oltre 300 milioni di abitanti, ed una quota di Pil che
è circa il 16 percento del Pil mondiale», ha sottolineato,
«l'euro è uno dei successi più importanti della costruzione
comunitaria, è uno straordinario strumento per l'affermazione
dell'economia europea nel mondo». E' quindi auspicabile che la divisa
continentale sia usata «sempre di più nelle transazioni
commerciali e finanziarie», di modo che «possa consolidarsi
sia come moneta di scambio, sia come moneta di riserva».
Ciampi ha anche invitato gli imprenditori ad investire il più
possibile nel loro paese d'origine: «oggi siamo la quinta potenza
industriale del mondo», non più il paese agricolo di
quando molti di loro, o i loro padri, partirono per l'estero.