Return
 
 
 
 
 
 
 
Link to ItalyStl Portal
Copyright © 1997-2002 italystl.com
All rights reserved








 

SI E' CONCLUSO A ROMA IL CONVEGNO DEGLI IMPRENDITORI ITALIANI NEL MONDO 
Tremaglia: “Realizzare la grande alleanza” 
Ciampi: “Una ricchezza essenziale” 
9Colonne - 23 ottobre 2003

Tremaglia: “Realizzare la grande alleanza” 

   (9colonne)  ROMA - «Dobbiamo realizzare la grande alleanza tra gli italiani all'estero e gli italiani che vivono in Italia: per questo ci batteremo  nei prossimi mesi». Con queste parole il ministro per gli italiani nel mondo Mirko Tremaglia ha chiuso il primo convegno degli imprenditori italiani  nel mondo che si è svolto a Roma dal 20 al 22 ottobre.  Un convegno che ha registrato, nei tre giorni di dibattiti, la partecipazione di ben 160 imprenditori italiani operanti all'estero e gli interventi  del vicepremier Gianfranco Fini, dei ministri Giulio Tremonti, Antonio Marzano, Pietro Lunardi e Maurizio Gasparri.  «E' stato un momento importante - ha detto Tremaglia nella conferenza stampa conclusiva - perché abbiamo presentato al governo italiano  ed ai suoi ministri l'altra Italia, quella che lavora ed opera all'estero, producendo svariati miliardi di dollari di fatturato».  

   Al convegno si sono incontrate tutte le parti in causa del processo economico del Paese: gli imprenditori, i politici e gli operatori del settore  (Assocamerestero, l'Ice, la Confcommercio, Confindustria e Unionamere).  Il primo risultato della tre giorni di lavori della Fao è stato l'istituzione di una confederazione degli imprenditori all'estero che prenderà corpo  nei prossimi mesi per tenere in contatto tra loro i rappresentanti economici dell'altra Italia.  «Il mio ministero - ha detto ancora Tremaglia rivolto agli imprenditori - è senza portafogli, ma non ho bisogno di fondi, perché voi siete il mio  patrimonio e gli altri ministri, come avete potuto vedere in questi giorni, sono costretti ad operare per i vostri interessi».  

   Il richiamo all'italicità del ministro è stato amplificato dal vicepremier Fini: «Il valore dell'identità nazionale - ha detto il leader di An - è cresciuto  in questi ultimi anni in Italia e di questo dobbiamo dare merito al presidente della Repubblica Ciampi che si è adoperato anche per rendere  possibile la ricomposizione della frattura fra italiani emigrati ed italiani in Italia». Il vicepremier, ha inoltre sottolineato che Ciampi «con grande  energia e lungimiranza ha cercato, riuscendoci, di superare le incomprensioni anche all'interno dei confini nazionali».  «Oggi gli italiani  all'estero - ha detto Fini - godono di diritti e doveri in Italia grazie all'operato del ministro Tremaglia e della considerazione dei paesi che li  ospitano. Ma la loro storia non è stata tutta rose e fiori e ripercorrerla ci insegna che l'accoglienza civile è degna di paesi come l'Italia». «Noi  quindi - ha concluso il vicepremier - dobbiamo impegnarci oggi affinché coloro che cercano fortuna in Italia non sia no considerati solo braccia  da lavoro ma vengano trattati come persone, uomini, donne e bambini. Persone che - ha proseguito - desiderano non essere discriminati con  il sacrosanto diritto di vedersi integrati a patto di rispettare regole e doveri del paese che li ospita». Per Fini l'Italia «che ha alle spalle esperienze  di emigrazione, può e deve avere un atteggiamento all'insegna di valori, rispetto e considerazione. E non credo di essere retorico parlando di  valori, perché la politica non è solo fare i conti e tenere l'amministrazione ma deve avere solidi valori di riferimento». Il vicepresidente del  Consiglio ha quindi sottolineato che tutto questo è alla base della sua proposta di legge per il voto agli immigrati che rappresenta, ha detto, «uno  dei tanti passaggi fondamentali per garantire l'integrazione, integrazione che è un dovere - ha concluso - altrimenti la storia non ci ha insegnato  nulla».       

 
Ciampi: “Una ricchezza essenziale”     

    (9colonne) ROMA - L'impegno degli imprenditori italiani che operano all'estero "rappresenta per noi una ricchezza, una risorsa essenziale  che rafforza la proiezione internazionale dell'Italia e concorre a diffondere il nostro patrimonio di civiltà, di valori, di cultura e di prestigiosa  tradizione". Questo il saluto indirizzato dal presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, al ministro per gli Italiani nel mondo, Mirko  Tremaglia, in occasione della prima giornata del convegno internazionale degli imprenditori italiani nel mondo che si è tenuto nella sede della  Fao  a Roma.  "Il convegno - scrive Ciampi - sottolinea i risultati e approfondisce le prospettive di crescita della nostra economia in un mercato aperto e  globalizzato".  "L'impresa italiana all'estero - continua il messaggio del capo dello Stato - testimonia nel mondo i valori di una produttività che  coniuga professionalità e innovazione, competitività e sviluppo con le doti di passione e di fantasia che sono tra i tratti distintivi della nostra  identità nazionale". Ciampi ha poi incontrato il ministro Tremaglia e la delegazione di imprenditori italiani nel mondo presente al convegno della  Fao: il Capo dello Stato ha definito nell'occasione l'euro «un enorme successo, anche dal punto di vista politico». «Ve lo dico non perché io sia  un patito dell'euro", ha detto Ciampi invitando gli imprenditori italiani nel mondo di investire il più possibile in Italia usando, per l'appunto, la  nuova divisa. «L'euro è la moneta comune di 12 paesi con una popolazione complessiva di oltre 300 milioni di abitanti, ed una quota di Pil che  è circa il 16 percento del Pil mondiale», ha sottolineato, «l'euro è uno dei successi più importanti della costruzione comunitaria, è uno  straordinario strumento per l'affermazione dell'economia europea nel mondo». E' quindi auspicabile che la divisa continentale sia usata «sempre  di più nelle transazioni commerciali e finanziarie», di modo che «possa consolidarsi sia come moneta di scambio, sia come moneta di riserva».   Ciampi ha anche invitato gli  imprenditori ad investire il più possibile nel loro paese d'origine: «oggi siamo la quinta potenza industriale del  mondo», non più il paese agricolo di quando molti di loro, o i loro padri, partirono per l'estero.