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Il crocifisso nelle aule divide l'Italia: 
è giusto toglierlo dalle scuole pubbliche?
9colonne - 30 ottobre 2003

   (9colonne) ROMA - E' giusto o meno tenere il crocifisso nelle aule scolastiche delle scuole italiane? Questo  dibattito ha scatenato infuocate polemiche in tutta Italia dividendo il Belpaese tra favorevoli e contrari. Ad  accendere la miccia della questione religiosa è stata la sentenza del tribunale de L'Aquila che ha imposto  all'istituto statale "Antonio Silveri" di Ofena (AQ) di togliere il crocifisso dall'aula scolastica.

   Il tribunale ha  accolto la richiesta di Adel Smith, presidente dell'Unione Musulmani d'Italia, che si era rivolto al giudice  perché riteneva l'immagine sacra lesiva per i suoi figli. La decisione del giudice Mario Montanaro ha  scatenato una ridda di polemiche che hanno coinvolto ogni strato sociale dell'Italia dividendo il Paese tra  coloro che si sono indignati per la sentenza e coloro che difendono la laicità dello Stato italiano. 

   Papa Giovanni Paolo II, nell'udienza generale di mercoledì scorso, ha ricordato che il crocifisso è un  simbolo di amore. Il Pontefice, infatti, ha rimarcato il valore universale del Cristo sulla croce. 

   Anche il  presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha difeso il simbolo della cristianità affermando che il  crocifisso è la sintesi della tradizione e della cultura italiana e che quindi è giusto che sia affisso nelle aule  scolastiche. Ciampi, inoltre, ha parlato di patrimonio storico del popolo italiano. Le parole del Capo dello  Stato sono state apprezzate da gran parte dei politici italiani. 

   Il vicepremier Gianfranco Fini, come anche  molti dei ministri del governo, si è dichiarato d'accordo con il presidente della Repubblica. La titolare del  ministero della Pubblica Istruzione Letizia Moratti ha annunciato battaglia e che presenterà un ricorso per  contrastare la sentenza del tribunale de L'Aquila. Anche nelle fila dell'Opposizione si sono alzate molte voci  favorevoli alla permanenza del crocifisso nelle aule italiane. 

   Non solo i politici si sono espressi contro la  sentenza del tribunale abruzzese. La sensibilità italiana, infatti, è stata urtata dalla sentenza di Montanaro,  e da più parti si sono levati gli scudi per difendere la tradizione dell'Italia cattolica. Le associazioni  musulmane non nascondono il loro imbarazzo, confermando che il crocifisso in aula non crea loro nessun  problema. 

   Anche Amos Luzzatto, presidente dell'unione delle Comunità Ebraiche Italiane, si dichiara  d'accordo sulla permanenza della croce nelle scuole e negli uffici pubblici, pone però l'accento  sull'eguaglianza di tutte le religioni. Stessa linea per Riccardo Di Segni, rabbino capo della comunità ebraica  di Roma, che non si sbilancia ma rivendica il ruolo degli ebrei nell'Italia moderna. 

   Nel frattempo l'ordinanza del tribunale non è ancora stata eseguita, la croce è rimasta nell'aula della  scuola di Ofena e per il momento vi rimarrà.  Intanto il ministro di Giustizia Roberto Castelli ha avviato un'indagine amministrativa in merito al tribunale  de L'Aquila, scatenando le proteste dell'Associazione Nazionale Magistrati.