(9colonne) ROMA - E' giusto o meno
tenere il crocifisso nelle aule scolastiche delle scuole italiane? Questo
dibattito ha scatenato infuocate polemiche in tutta Italia dividendo il
Belpaese tra favorevoli e contrari. Ad accendere la miccia della
questione religiosa è stata la sentenza del tribunale de L'Aquila
che ha imposto all'istituto statale "Antonio Silveri" di Ofena (AQ)
di togliere il crocifisso dall'aula scolastica.
Il tribunale ha accolto la richiesta di Adel Smith,
presidente dell'Unione Musulmani d'Italia, che si era rivolto al giudice
perché riteneva l'immagine sacra lesiva per i suoi figli. La decisione
del giudice Mario Montanaro ha scatenato una ridda di polemiche che
hanno coinvolto ogni strato sociale dell'Italia dividendo il Paese tra
coloro che si sono indignati per la sentenza e coloro che difendono la
laicità dello Stato italiano.
Papa Giovanni Paolo II, nell'udienza generale di mercoledì
scorso, ha ricordato che il crocifisso è un simbolo di amore.
Il Pontefice, infatti, ha rimarcato il valore universale del Cristo sulla
croce.
Anche il presidente della Repubblica Carlo Azeglio
Ciampi ha difeso il simbolo della cristianità affermando che il
crocifisso è la sintesi della tradizione e della cultura italiana
e che quindi è giusto che sia affisso nelle aule scolastiche.
Ciampi, inoltre, ha parlato di patrimonio storico del popolo italiano.
Le parole del Capo dello Stato sono state apprezzate da gran parte
dei politici italiani.
Il vicepremier Gianfranco Fini, come anche molti
dei ministri del governo, si è dichiarato d'accordo con il presidente
della Repubblica. La titolare del ministero della Pubblica Istruzione
Letizia Moratti ha annunciato battaglia e che presenterà un ricorso
per contrastare la sentenza del tribunale de L'Aquila. Anche nelle
fila dell'Opposizione si sono alzate molte voci favorevoli alla permanenza
del crocifisso nelle aule italiane.
Non solo i politici si sono espressi contro la sentenza
del tribunale abruzzese. La sensibilità italiana, infatti, è
stata urtata dalla sentenza di Montanaro, e da più parti si
sono levati gli scudi per difendere la tradizione dell'Italia cattolica.
Le associazioni musulmane non nascondono il loro imbarazzo, confermando
che il crocifisso in aula non crea loro nessun problema.
Anche Amos Luzzatto, presidente dell'unione delle Comunità
Ebraiche Italiane, si dichiara d'accordo sulla permanenza della croce
nelle scuole e negli uffici pubblici, pone però l'accento
sull'eguaglianza di tutte le religioni. Stessa linea per Riccardo Di Segni,
rabbino capo della comunità ebraica di Roma, che non si sbilancia
ma rivendica il ruolo degli ebrei nell'Italia moderna.
Nel frattempo l'ordinanza del tribunale non è ancora
stata eseguita, la croce è rimasta nell'aula della scuola
di Ofena e per il momento vi rimarrà. Intanto il ministro
di Giustizia Roberto Castelli ha avviato un'indagine amministrativa in
merito al tribunale de L'Aquila, scatenando le proteste dell'Associazione
Nazionale Magistrati.