Cari connazionali,
sono trascorsi appena 6 mesi dal mio arrivo qui a Chicago.
Un periodo di tempo breve, ma denso di incontri e di contatti con la collettività
italiana e con gli italo-americani. Ciò che mi ha particolarmente
colpito sono la dignità delle persone e la loro orgogliosa consapevolezza
delle posizioni raggiunte nella nuova patria, con il proprio lavoro ed
i propri sacrifici; il grado di inserimento nel tessuto economico e sociale
di questo grande Paese; la straordinaria vivacità intellettuale;
una profonda e ricca umanità; un profondo attaccamento, sia pur
variamente articolato, alle proprie radici, alla propria italianità.
Come ci ha ricordato di recente il Presidente della Repubblica, italianità
significa innanzitutto “attaccamento al lavoro, alla famiglia, rispetto
per gli anziani, sollecitudine per le giovani generazioni, senso della
comunità”.
Ho riscontrato fin dall’inizio grandi spinte di entusiasmo
e una forte volontà di essere attivi e di partecipare efficacemente
alla valorizzazione della nostra Patria nel mondo.
Il mio augurio è che questo entusiasmo e questa volontà,
che si traducono in ottimismo e vitalità, non si affievoliscano
mai, ma al contrario diventino sempre più forti e si esprimano in
atti concreti di promozione dei valori di cui Voi siete portatori nella
vostra vita quotidiana, nel vostro lavoro, nella vostra vita politica.
Tra qualche mese avrete la possibilità di dare all’Italia,
Patria d’origine, il segno tangibile di aver maturato una più forte
consapevolezza della vostra identità italiana partecipando al voto
per il rinnovo dei Comites, organo rappresentativo degli Italiani residenti
all’estero.
Al fine di rivitalizzare ulteriormente i Comites, il Parlamento italiano
ha approvato il 2 ottobre scorso una nuova legge per disciplinare il funzionamento
di questi importanti Comitati. Attraverso tale legge si è
cercato di trovare il giusto equilibrio tra integrazione sociale e politica
da un lato e valorizzazione dell’identità storica e culturale dei
nostri connazionali dall’altro. Un equilibrio capace di definire,
nella sua pienezza, proprio quel concetto di italianità che meglio
si presta ad indicare una nuova idea della nostra cittadinanza al di là
delle frontiere.
Per la prima volta sono riconosciute esplicitamen-te ai
Comites la natura di ente pubblico di natura elettiva e la funzione di
collaborazione e di scambio positivo con l’Autorità Consolare.
Il Comites infatti e` definito quale organo di rappresentanza democratica
degli Italiani nei rapporti con le rappresentanze diplomatico-consolari.
Al Comites viene altresì riconosciuto il diritto
ad avere una propria visibilità nei confronti delle Autorità
e Istituzioni locali, proprio perché esso sia effettivamente cerniera
delle attività che riguardano l’integrazione politico-istituzionale
degli Italiani residenti all’estero. Il Comites infatti, previa intesa
con l’Autorità consolare, potrà rappresentare istanze della
collettività italiana residente nella circoscrizione consolare alle
Autorità ed alle istituzioni locali.
La legge definisce dettagliatamente compiti e funzioni
del Comitato, prevedendo l’espressione di pareri, la formulazione di proposte
e raccomanda-zioni, il tutto in stretta collaborazione con l’Autorità
consolare.
Cari connazionali, rivolgo pertanto a tutti voi un accorato
appello affinché partecipiate in maniera massiccia alle prossime
elezioni per il rinnovo del Comites, che quanto più sarà
rappresentativo degli Italiani qui residenti tanto più sarà
in grado di fare giungere la loro voce forte e chiara al Governo ed a tutto
il Paese.
L’occasione di questa mia prima Lettera consolare mi è
gradita per porgere a tutti Voi i miei più sinceri auguri di serenità,
di salute, di speranza, per questo nuovo anno. Il mio pensiero nel
formulare tale augurio va anzitutto agli anziani e poi ai più giovani,
con l’auspicio che il loro entusiasmo, la loro vitalità, la loro
straordinaria creatività siano indirizzati verso il raggiungimento
d’importanti traguardi capaci di trasformare il vuoto della lontananza
dall’Italia nel pieno di una presenza fatta non solo di attenzioni e sensibilità
ma di occasioni, scambi e soprattutto fatti.
Il Console Generale
Eugenio Sgrò