Alla Cortese Attenzione del
Tenente Generale Filiberto Cecchi
Comando Operativo Vertice Interforze
Forze Armate Italiane
Aereoporto Militare di Centocelle
“Francesco Baracca”
Via di Centocelle 301
Roma, Italia
Egregio Comandante,
Chi non lo sa?
Gli esseri umani potrebbero amarsi ed essere felici:
e invece…. I costrutti ideologici più fondamentalisti spaccano le
famiglie e le amicizie, fomentano e organizzano i rancori, scatenandoli
gli uni contro gli altri. Qesta amara verita’ la scopriamo soprattutto
nei momenti di maggiore dolcezza: al tramonto, prima di ritirarci, quando
seduti sulla panchina di casa, vicina al profumatissimo cespuglio di basilico,
ci ritroviamo rilassati ed assorti nella solitudine del proprio cuore.
Ma poi all’alba, sotto i raggi di un bellissimo sole, riprendiamo le armi
appese e torniamo al combattimento. Riprendiamo a spararci. Nel vortice
delle passioni, in quella tragicommedia che è la Storia, ognuno
sembra inchiodato al proprio ruolo.
Sono le regole della vita, si dice.
Caro Generale, le Forze Armate, che Lei così
degnamente stà comandando hanno finalmente trovato il proprio ruolo
nello scenario mondiale. Tre giorni fa, a Washington, un diplomatico cileno
mi ha fatto un gran bel complimento: “Gli Americani – mi ha detto
– sembrano essere i migliori a fare la Guerra, voi Italiani siete sicuramente
i migliori a mantenere la pace. Voi siete gli unici nel globo che
avete saputo accettare il lato più umano, quello più femminile,
del vostro carattere e lo avete accomunato a quello marziale. Voi non avete
paura delle vostre emozioni.”
Arthur Miller, un altro grande estimatore della
nostra nazione, scriveva della propria trasformazione attraverso l’esperienza
bellica: “Credo che sia sempre un errore ricercare la speranza al di fuori
della propria anima.Un giorno la casa odora di pane appena sfornato, il
giorno dopo di fumo e di sangue. Un giorno svieni perchè il giardiniere
si è tagliato un dito e poi nel giro di una settimana ti ritrovi
a dover scalare un cumulo di cadaveri di bambini in un ricovero bombardato.
Come si impara a sperare in presenza di codesti paradossi? Io stesso provai
a morire verso la fine della guerra. Lo stesso incubo si ripeteva ogni
notte, fin quando non trovai più il coraggio di addomentarmi e mi
ammalai fortemente. Sognavo di avere un bambino, e sebbene fosse
solo un sogno sapevo che egli rappresentava la mia vita, e il bimbo era
menomato ed io continuavo a cacciarlo via. Ma egli costantemente mi tornava
in grembo, aggrappandosi ai miei abiti. Allora pensai che se avessi potuto
superare il disgusto e se lo avessi finalmente saputo abbracciare e baciare,
il mio sonno ristoratore sarebbe sopraggiunto. Così mi chinai su
quell viso deturpato, ed era veramente orribile….ma lo baciai. Credo che
prima o poi ognuno debba saper abbracciare le proprie scelte disastrose.”
Spero che la mia traduzione non abbia fatto perdere
il significato profondo delle parole di Miller. In verità,credo
fortemente che la tragica esperienza della Seconda Guerra Mondiale sia
stato l’elemento fondamentale nel fenomeno di crescita sociale e di maturazione
emotiva del nostro popolo e delle nostre Forze Armate.
Illustrissimo Signor Generale, La prego di farsi
propugnatore di questa nostra missione: quella della difesa dei più
deboli e del mantenimento della pace ovunque e quando ce ne sia bisogno.
Questo mondo ha veramente bisogno dell’esempio italiano.
Mi congratulo per il Suo eccellente lavoro,
Gennaro Buonocore
240 S.Oakhurst Drive
Beverly Hills, 90212
California
Stati Uniti D’America
gbuonocore@msn.com