In cinque giorni di intenso e proficuo
lavoro, attraverso le riunioni delle assemblee continentali e delle commissioni
tematiche (7 e 8 luglio), del Comitato di Presidenza e dell’assemblea plenaria
del CGIE, il Consiglio nelle sue articolazioni istituzionali, ha affrontato
l’esame delle questioni di grande rilevanza con le quali debbono
confrontarsi le nostre comunità all’estero, in questo scorcio di
fine legislatura, dei Comites e del CGIE.
Il clima che si avverte fra i rappresentanti di queste
comunità convenuti a Roma da tutto il mondo, è un clima di
malessere e di delusione.
Il fragore con cui si era insediato il nuovo Ministero
per gli italiani nel mondo, che tanti avevano salutato come un evento risolutivo
per i numerosi problemi che assillano i nostri connazionali all’estero,
si è spento. E’ rimasta la rabbiosa risposta manifestatasi in escandescenze
ignobili da parte di alcuni personaggi della destra fascista di fronte
ad alcuni rilievi critici espressi con incisiva e corretta argomentazione
politica da parte di autorevoli esponenti del Parlamento italiano.
Al centro del giudizio severamente critico dell’assemblea
plenaria del CGIE vi è stato in primo luogo il mancato accoglimento
delle richieste e delle sollecitazioni del Consiglio in merito alla riforma
della legge sui Comites.
Ormai da tempo i Comites sono investiti da una crisi profonda
che ne blocca di fatto il funzionamento e ne mortifica profondamente il
ruolo di rappresentanza.
Il CGIE aveva sollecitato una modifica della legge istitutiva
che rilanciasse un ruolo più significativo ed incisivo di rappresentanza
dei Comites nei confronti delle autorità locali e delle autorità
diplomatiche e consolari e definisse una dotazione finanziaria capace di
consentire, oltre all’ordinaria amministrazione, un’attività capillare,
continua ed incisiva di questi organismi.
La sollecitazione del CGIE è stata ignorata. La
legge approvata dalla Camera, con il voto contrario del centrosinistra,
non introduce miglioramenti sostanziali in questo senso. Peraltro l’approvazione
è avvenuta con grande ritardo. Non si sa quando il disegno di legge
sarà approvato dal Senato. Non è da escludere, pertanto,
che si vada al voto con la vecchia legge. Salterebbe così il voto
per corrispondenza (strumento di partecipazione per i nostri connazionali)
con gli auspicati fattori di sostanziali riforme.
L’Assemblea ha approvato, a larghissima maggioranza, un
ordine del giorno che ribadisce le richieste già avanzate
dal CGIE.
Nel corso dei suoi lavori l’Assemblea ha affrontato l’esame
delle iniziative legate alla 1^ Conferenza dei giovani italiani nel mondo.
Il disimpegno del Governo, anche in questo campo, non
consentirà lo svolgimento di questa Conferenza entro i termini stabiliti
(2003). Se tutto andrà bene, la Conferenza potrebbe aver luogo entro
il 2004. Incerte sono le prospettive di finanziamento, incerta la data
di convocazione, ancora incerte la regione e la località che la
ospiterà. La sola cosa certa è che la gestione della
Conferenza è stata sottratta al CGIE.
In questa cornice, il CGIE nel corso dei propri lavori,
non ha certo ascoltato con grande trasporto gli interventi del ministro
degli Esteri Frattini e del ministro per gli Italiani nel Mondo Tremaglia:
due discorsi di circostanza che non hanno certo emozionato l’assemblea.
On. Luigi Sandirocco, Vice-presidente del CGIE