NEW YORK\aise\ - 22/05/2006 -
Caro Prodi, grazie del contentino. Nominando il sen. Franco Danieli alla carica di Vice Ministro agli Esteri con delega per gli Italiani nel Mondo (sperando non rinneghi nei prossimi giorni), Lei non ha fatto altro che abbindolare la nostra buona fede, rinnegare il passato e violare la fiducia che milioni di italiani, ivi inclusi gli eletti all’estero, avevano riposto nel suo governo.
Pur se la scelta del sen. Franco Danieli, un parlamentare che ben conosce la realtà estera e che negli anni si è distinto per il suo impegno a favore delle nostre comunità è ottimale, non capisco come Lei abbia potuto cancellare dalla storia della nostra emigrazione un Ministero che pur senza fondi aveva creato il genoma caratteriale degli italiani all’estero trasformandoli da “peones” a cittadini di rango tanto che alcuni di loro sono adesso suoi colleghi in Parlamento.
Caro Prodi, Lei mi ha deluso. E come me, io credo che Lei abbia deluso milioni di italiani all’estero che dal suo governo si aspettavano qualcosa che venisse incontro alle loro esigenze e comunque li rappresentasse in modo adeguato e dignitoso. Invece nulla. O meglio, le pive nel sacco (si dice così anche a Bologna?).
Si ricorda che nel 2001, il governo Berlusconi ricreò il Ministero per gli Italiani nel Mondo (da Lei poi prontamente abolito), un’istituzione che pur essendo "senza portafoglio" comunque riuscì in cinque anni, grazie al Ministro Mirko Tremaglia, a raggiungere i traguardi storici del voto e della rappresentanza parlamentare per i cittadini italiani residenti all’estero?
Deve convenire, che i risultati ottenuti da quel Ministero senza il becco di un quattrino sono stati epocali. Ora, proprio nel momento in cui questa istituzione avrebbe avuto una rilevanza eccezionale e un ruolo fondamentale per la crescita e lo sviluppo dell’Italia e degli italiani nel mondo, Lei decide (arbitrariamente?) di abolirlo.
Noi invece lo vogliamo. Anzi no, lo pretendiamo. E se ci deve essere un Ministro allora si confermi il sen. Franco Danieli che in quanto ad autorevolezza e prestigio non è inferiore a nessuno. Non è una questione di presunzione o cupidigia politica, è soltanto, io credo, un diritto che fondamentalmente ci appartiene. Noi all’estero non siamo più espressione del nostalgico mondo della valigia di cartone ma il simbolo di un’Italia dinamica, intelligente e crescente. Ho l’impressione invece che Lei ci abbia derubricati a "cittadini di serie B" e ci stia trattando come se fossimo delle cifre qualunque e non delle menti pensanti.
Eppure Lei è oggi il Primo Ministro perchè almeno quattro senatori eletti dalla circoscrizione estero nella lista dell’Unione hanno contribuito ad instaurare al Senato una (risicata) maggioranza senza la quale, nella migliore delle ipotesi, Lei non avrebbe potuto governare, e, nella peggiore, si sarebbe andati di nuovo al voto.
Si immagina cosa sarebbe successo senza i "quattro"? Allora aveva ragione Berlusconi quando parlava di una Sinistra disattenta alle problematiche degli italiani all’estero. E falsa. Se ricordo bene nei suoi interventi in campagna elettorale Lei aveva spesso rimarcato quanto fossero importanti gli italiani all’estero e quanto le loro rimesse fossero determinanti alla bilancia commerciale italiana.
Le ricordo, che l’indotto è ancora a livelli galattici (24 mila miliardi delle vecchie lire, quasi mezza Finanziaria) e tendenzialmente in crescita. Se questo trend continua (e nulla fa dubitare del contrario), nel rapporto di interscambio "offerta-acquisto" la vendita del Made in Italy non trova terreno più fertile di quello degli italiani all’estero che al momento dell’acquisto, invece di scegliere prodotti stranieri sicuramente si orienteranno per quelli italiani creando così un’eccedenza costante nella bilancia commerciale del nostro Paese. Ma forse a Lei questo non interessa, tanto è preso dal balletto dei seggioli.
Se non vado errato, l’ultimo schieramento vede da Lei proposti 97 scranni tra Ministri, Vice Ministri e Sottosegretari, il più alto numero di poltrone nella storia della nostra Repubblica. Nonostante tutto questo ben di dio, Lei non ha ritenuto opportuno confermare un Ministero che gli Italiani nel Mondo possano chiamare loro. "Che bell’onor s’acquista in far vendetta".
Ci ripensi, Prodi. Prima che gli italiani all’estero si ravvedano e, con l’orgoglio che da sempre li ha contraddistinti, rispediscono questo Governo fuori da quel Parlamento che oggi occupa grazie proprio agli eletti all’estero. (domenico delli carpini*\aise)
* ex componente del Comitato di Presidenza
del CGIE