Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo

Boston, 30 gennaio 2008  On. Michele Frattallone della C.N. del CTIM-USA, con funzioni di Rappresentanza

Il governo Prodi è caduto. Quindi, subito alle urne.

La prima regola democratica prendere atto che il governo non ha più la maggioranza, non è più legittimato a proseguire nella sua corsa politica, la cosa più logica, la più opportuna, la cosa estremamente necessaria è quella di ricorrere subito alle urne. Si è sempre detto che il popolo è sovrano, perchè dovere perdere altro tempo per verificare nuove formule, o strane alchimie per fare un governo istituzionale, transitorio, nazionale, balneare, nel tentativo di formare un governo con le intenzioni di continuare la legislatura sperando di definire una nuova legge elettorale?

I cittadini Italiani che risiedono in Italia e quelli all’estero hanno assistito a sufficienza il teatrino di un governo che non aveva le gambe per correre, troppo contraddizioni all’interno della stessa maggioranza, perchè mai si dovrebbe assistere e senza alcuna ragione ad un’agonia artificiale e soprattutto quando si sono evidenziate ampliamente che non esiste più la maggioranza del centro-sinistra. Trovo inutile ed ipocrita rivendicare oggi a distanza di 21 mesi e 15 giorni dal giorno dell’investitura del governo  Prodi, che la legge elettorale era da riformare, anzi il centro-destra ebbe l’iniziativa di fare osservare l’ingovernabilità ma Prodi ed i suoi collaboratori del centro-sinistra, non vollero discutere di un possibile governo nazionale con la partecipazione sia dai partiti del centro-sinistra come quelli del centro-destra, ovviamente allora era praticabile un discorso serio ed aveva il vero senso dello Stato.

Perchè quelli della maggioranza, ovvero quelli del centro-sinistra, nel corso della gestione del governo Prodi, non si sono attivati per modificare o riformare la vigente legge elettorale? Ora invece, pretendono di fare una legge in poche settimane? Mi chiedo chi e come si può credere che ciò possa avvenire in così breve tempo? Sono soltanto modi di dire, e francamente rende molto difficile credere se pensiamo che il governo appena caduto non è riuscito a riformare o quanto meno migliorarla in ventuno mesi e mezzo? Cari Signori politici di entrambi gli schieramenti ora il tempo è scaduto ed è più giusto e più corretto andare a votare, ma subito.

Forse i vincitori della competizione elettorale (si potrebbe considerare quasi una vittoria di Pirro), nella realtà delle cose a Montecitorio risultò con 24.000 voti in più ottenuti da tutte le forze politiche moderate, della sinistra e della estrema sinistra, ma è pur vero, che il centro-destra a Palazzo Madama con una valanga di circa trecentomila voti. Quest’ultimi voti pesavano a favore dalle forze politiche del governo precedente (2001-2006). Infatti, i voti del centro-destra, oltre 10 volte superiori a quelli registrati alla Camera, evidenziavano chiaramente non solo il pareggio, ma  l’elettorato spaccato in due tronconi, sinistra e destra, in bilancia.

Questo possa bastare per dare un giudizio pacato, onesto e sereno nei confronti dell’elettorato, che in quelle condizioni nessun governo avrebbe avuto i presupposti necessari per la stabilità di un governo che intendesse  davvero offrire il servizio al nostro Paese. Ora cari signori politici del centro-sinistra, vi siete ripiegati su voi stessi, quindi è inutile insistere, il potere non è più vostro, è più onesto sgomberare il campo ed evitare di appesantire ancora la situazione dell’Italia che rischia davvero il collasso.

Il precipitare degli eventi, uno spettacolo oserei dire disgustoso che non ci fa onore, ma dobbiamo essere consapevoli che queste cose a volte volgono al peggio anche ai limiti di una tragedia, comunque una vera settimana politica da via crucis: Lo scandalo dei rifiuti a Napoli che ancora arranca ed è facile intuire che non si intravede una rapida soluzione, il Presidente del Consiglio della Regione Campania, agli arresti domiciliari lo stesso giorno, mentre (suo marito) il ministro (guardasigilli) di Grazia e Giustizia, On Mastella, impegnato a pronunciare alla Camera un discorso su temi legati ai compiti istituzionali relativi al suo ministero.

L’immediata reazione, del ministro di Grazia e Giustizia, On. Clemente Mastella, accompagnato dall’opportuno spirito di solidarietà che non poteva mancare e non solo dalla maggioranza, e le inevitabili dimissioni del ministro un atto dovuto ma soprattutto di coerenza e qualche giorno dopo, il ministro dimissionario annunciava il ritiro del suo gruppo politico  dalla maggioranza del centro-sinistra. A complicare la vicenda politica la conseguenza e necessaria fiducia richiesta da Prodi ai rappresentanti dei due rami del Parlamento (Deputati e Senatori della Repubblica). Esaurite le consultazioni, il Presidente della Repubblica dovrà decidere se sciogliere il Parlamento o affidare ad un esponente politico per affidare un eventuale incarico a formare un governo esplorativo o a tempo nel tentativo che possa essere utile a risolvere le tematiche di carattere emergenziale.

Ho la percezione da voci che circolano nel transatlantico, interpretazioni di esponenti politici della sinistra, che sperano di scongiurare lo scioglimento delle due camere del parlamento. Signori politici, esperti in politologia, costituzionalisti, quando si è consapevoli che non c’è più la maggioranza, bisogna essere coerenti ed osservanti alle regole della democrazia, andare subito a votare e rifare un nuovo governo. Sulla base di una serie di consultazioni promossa dal Quirinale, come da protocollo istituzionale, durata 4 giorni, di intenso lavoro, tutte le componenti politiche sono consapevoli che l’ultima decisione spetta al Presidente della Repubblica che gli italiani lo stimano ed hanno piena fiducia per il suo difficile compito democratico-istituzionale che dovrà affrontare e decidere se chiudere definitivamente il sipario oppure fare galleggiare il transatlantico, nella speranza che possa approdare nel porto tranquillo al tempo stesso non si può negare che la situazione politica di questi ultimi 21 mesi e 15 giorni, della corrente legislatura, sono la prova meno positiva verificatosi nell’arco di mezzo secolo di democrazia era repubblicana.

Il Presidente della Repubblica giustamente ha chiesto una breve sosta per riflettere con serenità, comunque come le cose si sono delineate negli ultimi quattro giorni, gli italiani, quelli che lavorano, quelli che pagano le tasse, quelli che rispettano le leggi della Repubblica, quelli che operano nel settore industriale, commerciale, liberi professionisti, purché siano cittadini italiani residenti in Italia o all’estero, hanno un loro diritto–dovere,  ed è anche legittimo rivendicare  un nostro diritto in quanto tanti milioni di cittadini costituiscono un popolo ed in quanto tale è sovrano, come recita l’articolo n. 1 della Costituzione.

Credo che non è errato pensare che la cosa più giusta è andare immediatamente a votare e che sia il popolo a decidere utilizzando lo strumento dell’esercizio di voto ed indipendentemente se è una legge elettorale criticata, non voluta e da riformare, ma è vero osservare che anche nel corso questa sia pur breve legislatura è mancata la volontà di sostituirla. Queste evidenze sono prove negative a carico di quello che fu il governo di Prodi. Forse, il governo caduto, sperava nella fortuna e che l’equilibrismo lo avrebbe accompagnato per l’intera legislatura? Forzare la fortuna talvolta si rischia, ma non paga.

Quindi, mi sia acconsentito esprimere la mia opinione ed anche quella del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo, la cosa migliore è osservare, ascoltare e decidere se i contenuti del programma di uno degli schieramenti messi in campo possa identificarsi al concetto politico desiderato dall’elettore ed andare a votare, solo così l’Italia continuerà a crescere ed ambire al ruolo di leader delle nazioni e mantenere sempre vivo un punto d’orientamento con il suo centro unico al mondo, come fu quello dell’Impero Romano ed il popolo italiano possa continuare nei secoli ad alimentare l’essenza dell’eccellenza e la saggezza comportamentale che sostenga una politica lineare e diplomatica, affinché possa sempre trionfare  la giustizia e la pace nel mondo.

Boston, 30 gennaio 2008               On. Michele Frattallone         

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