Udc, Un viaggio che sembra senza ritorno Nei giorni in cui Forza Italia si conferma il primo partito italiano anche nel numero dei tesserati, ritornano le tentazioni di Pierferdinando Casini. Tentazioni che lui, eufemisticamente, chiama “opposizione responsabile”, ma che ai più risulta davvero difficile da capire. Ieri, dopo un lungo colloquio con il segretario della Cisl Bonanni, divenuto in questi mesi una sorta di difensore d’ufficio di Prodi e del suo governo, Casini ha fatto sapere che il suo partito sarà disponibile a settembre a guardare con particolare attenzione alla riforma del welfare che approda in Parlamento: “Mi auguro – ha detto l’ex presidente della Camera – che l’opposizione non faccia solo la spettatrice, ma sia protagonista per cogliere quei punti di riformismo che pure ci sono tra tante ombre”. Ma come?? Il governo annaspa come non mai e rischia seriamente di cadere proprio sulla riforma dello stato sociale, impallinato o da sinistra o da centro e Casini tende la mano a Prodi? E quali sarebbero i motivi
che hanno fatto prendere questa decisione al leader Udc: la responsabilità?
Il bene dell’Italia?
E cosa significa opposizione protagonista?
E, soprattutto, quali
sono questi elementi di riformismo che Casini intravede
nella riforma Un’uscita, quella di ieri, che lascia davvero perplessi. Che può avere sempre la solita chiave di lettura di un Casini frustrato dai consensi sempre più convinti e numerosi per Forza Italia ed il suo leader e dalla necessità, divenuta ormai un’ossessione personale di smarcarsi, di diversificarsi, di prendere a tutti i costi le distanze per poter stare qualche minuto sotto i riflettori. L’Udc si sta trasformando sempre di più in un one man party, un partito dove non esistono spazi di discussione dialettica e dove uno come Carlo Giovanardi viene sempre più isolato ogni giorno che passa. Questa è la lettura della segreteria Cesa, una segreteria fedele al capo di cui asseconda ogni capriccio. Un partito però, come hanno dimostrato anche le recenti amministrative, il cui elettorato è fortemente radicato nel centrodestra ed i cui dirigenti locali governano ovunque assieme alla Casa delle Libertà. Ecco perché l’uscita, davvero inopportuna, di Casini sembra assolutamente fuori luogo. Non a caso lo stesso Giovanardi si è appellato alle decisioni dell’ultimo congresso dell’UDC che ha stabilito una dura opposizione senza sconti al governo Prodi. Casini è prigioniero delle sue smanie e la strada che sta prendendo è abbastanza evidente, ma è una strada obbligata, tortuosa e molto, molto pericolosa: quella di divenire nei prossimi mesi la famosa moneta di nuovo conio di cui parlava Rutelli qualche giorno fa. Ma fare da stampella centrista a questo governo multicolore e “sinistro” significa suicidarsi e vediamo i perché: innanzitutto perché sarà molto improbabile che i voti dei parlamentari UDC possano sostituire quelli della sinistra radicale, in quanto questi ultimi uscirebbero dall’esecutivo un secondo dopo l’appoggio dei centristi. E poi perché Casini non troverebbe affatto uno spazio politico adeguato alle sue aspirazioni e si ritroverebbe davvero, come d’altronde il suo ex-sodale Follini, a galleggiare nelle sabbie mobili del Partito Democratico, pieno zeppo dei leader, leaderini e presunti tali. Con questo andazzo ed allo stato attuale delle cose, non credo si possa minimamente pensare di tendere anche un solo dito per tenere in vita questo governo, lo chiede la coerenza derivata da un voto popolare, ma lo chiede soprattutto l’intelligenza politica. Non giova a nessuno prolungare artificialmente l’agonia di Prodi. Tanto meno a Casini. Sul welfare a settembre può succedere di tutto e le tensioni interne all’Unione lo dimostrano e se l’Udc vorrà imbarcarsi in questa avventura senza capo né coda, è bene che sappia che potrebbe essere un viaggio senza ritorno. Con il rischio reale della dissoluzione di un partito e di rimanere con un pugno di mosche in mano. E comunque a settembre manca poco……. Colgo l’occasione per augurare buone vacanze a voi ed alle vostre famiglie. Amedeo
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