Salve Franco, 

Mentre da noi alcuni magistrati perseverano nell'intromettersi in modo illegittimo nella vita privata dei cittadini e i giornali appaiono concentrati solo a guardare queste vicende, come dal buco della serratura, nel mondo, e più precisamente alle nostre frontiere, stanno avvenendo cambiamenti epocali.

La frustrazione, la disillusione, il risentimento che nascono dalla povertà e dalla mancanza di regole democratiche, potrebbero incanalare le proteste che si sono manifestate in Tunisia e in Egitto verso le posizioni dell'integralismo islamico e del rigetto dei valori dell¹Occidente.

Per questo anche noi abbiamo grandi responsabilità: dovremo impegnarci per estendere i benefici del progresso economico a tutti i Paesi del mondo; dovremo assecondare e sostenere una ordinata evoluzione democratica anche in quei Paesi che riescono faticosamente ad uscire da regimi e non possono contare su consolidate tradizioni liberali.

Per quanto ci riguarda difficilmente potremo vivere a lungo in un'isola tutto sommato felice, come la nostra Europa, il nostro Occidente, che sono circondati da acque tempestose e da ogni tipo di pericoli e di minacce.

Per queste ragioni saranno molto importanti le decisioni che verranno prese dai prossimi vertici europei, dal G8 e dal G20.

E veniamo ai problemi del nostro Paese. Durante questa settimana, dicevo, sono avvenuti alcuni fatti importanti.

Innanzitutto, il Parlamento ha respinto, in una sola giornata, con una maggioranza ampia e qualificata, la richiesta della procura di Milano di perquisire gli uffici della segreteria politica di un parlamentare, ­ un certo Silvio Berlusconi, sempre lui, ­ mentre il Governo ha fatto un ulteriore passo in avanti nell'approvazione del federalismo fiscale, approvazione che completeremo in Parlamento nel pieno rispetto delle procedure previste dalla stessa legge di riforma (e delle indicazioni del Capo dello Stato). Si tratta di un risultato estremamente positivo, di una riforma fondamentale per rendere l'Italia più moderna e efficiente.

E' la conferma che il governo sta procedendo senza esitazioni nella realizzazione del nostro programma, del quale il federalismo rappresenta un punto essenziale.

Questa riforma garantirà che una parte consistente delle risorse rimangano sul territorio che le ha prodotte, pur senza venir meno ai doveri di solidarietà nazionale che ci impone il fatto stesso di vivere uno Stato del quale fra breve celebreremo i 150 anni dell'unità.

E' significativo che proprio questo anniversario coincida con una riforma così importante e profonda dell'assetto del nostro Stato. Grazie al federalismo fiscale i cittadini potranno infatti meglio controllare l'impiego delle risorse, e gli amministratori locali saranno più responsabilizzati. Questo significherà meno costi, servizi più efficienti, una competizione virtuosa fra le regioni per garantire al cittadino migliori condizioni di vita.

Significherà anche per le regioni più forti la possibilità di gestire al meglio la ricchezza prodotta dai loro cittadini. Per le regioni più deboli significherà la possibilità di liberare e mettere in gioco tutte le loro risorse e le loro capacità passando da un regime di sovvenzioni e sperperi ad uno di responsabilità. E' una sfida impegnativa per le regioni sia del Nord che del Sud, che potranno e dovranno dimostrare di avere una classe dirigente all'altezza del proprio compito.

Mercoledì prossimo, infine, terremo un consiglio dei ministri, in seduta straordinaria, per il varo di importanti provvedimenti in materia di sviluppo economico.

Dall'inizio della legislatura ad oggi la nostra ottima squadra di governo ha lavorato con grande energia, con una determinazione e con una compattezza che ha pochi precedenti. Abbiamo ottenuto in questo modo risultati straordinari, che nessun governo è mai stato capace di conseguire in così poco tempo.

Purtroppo, inaspettatamente, si è verificata nella maggioranza la diaspora del Fli. Il paradosso è che il germe della divisione è stato inoculato all'interno del Popolo della Libertà da uno dei fondatori del nuovo partito, l'on. Fini, eletto, proprio con il voto della maggioranza, a Presidente della Camera.

Così uno stillicidio di polemiche, di critiche e di distinguo pressoché quotidiani ha finito per offuscare i meriti dell'azione del nostro governo e alla fine ha condotto alla nascita di un nuovo gruppo parlamentare e di un nuovo partito, passato all'opposizione in alleanza con la sinistra, tradendo il voto degli elettori e consegnandosi ad un futuro di consensi, valutato dagli esperti all'1,6%.

Nonostante questa scissione, che ha diminuito logicamente i numeri della nostra maggioranza, negli ultimi 2 mesi il nostro governo si è presentato per ben 8 volte consecutive di fronte al Parlamento che ci ha confermato sempre la sua fiducia.

Al contrario l'opposizione, mentre il governo si è consolidato e si è rafforzato, l'opposizione si è sgretolata, si è divisa, si è indebolita, ma continua a cercare di intralciare l'azione del governo e a chiedere le nostre dimissioni ed elezioni anticipate.

Ma noi non abbiamo cambiato la nostra posizione. Abbiamo sempre ritenuto e riteniamo che le elezioni anticipate siano un danno per il nostro Paese.L'Italia ha bisogno di stabilità, di governabilità, cioè di un governo capace di governare e di realizzare le riforme che sono necessarie. Questo è tanto più necessario in un momento di perduranti difficoltà dell'economia e di gravi rivolgimenti a livello internazionale.

Il nostro governo in questa prima metà della legislatura, nonostante la crisi economica internazionale e le difficoltà derivanti dalla particolare conflittualità della politica italiana, ha conseguito molti risultati: ha tenuto i conti in ordine, ha abrogato l'ICI, ha preservato la pace sociale aiutando tutti i lavoratori che hanno perso il lavoro, ha condotto con successo un'azione di forte contrasto alle organizzazioni criminali come non era mai successo nella storia della Repubblica, ha fermato l'immigrazione clandestina, ha realizzato molte riforme a partire dalla scuola all'università, al federalismo, ha aiutato le aziende con la diminuzione delle imposte sugli straordinari, con la moratoria sui debiti, con lo spostamento del versamento dell'IVA al ricevimento del pagamento della fattura, ha difeso bene gli interessi dell'Italia in Europa e nel mondo, ha procurato importanti commesse internazionali alle nostre aziende, e infine non ha mai a umentato le tasse, non ha mai messo le mani nelle tasche dei cittadini.

Sono assolutamente certo che il nostro governo sia in grado di operare in modo altrettanto efficace per i due anni abbondanti che mancano alla conclusione della legislatura e sono convinto che a questo governo non vi siano alternative perché c'è una buona maggioranza che lo sostiene sia alla Camera che al Senato e anche perché la sinistra, da tempo, non rappresenta nessuna credibile alternativa di governo.

E se andassimo a nuove elezioni, ad un nuovo governo si ripresenterebbero gli stessi problemi di oggi, per di più aggravati da una lunga e feroce campagna elettorale.

Abbiamo quindi il dovere di continuare a governare qui e ora.

Non ci faremo distogliere dalle polemiche e non ci faremo intimidire da un'opposizione che continua a perseguire il tanto peggio tanto meglio.

Sono sicuro che i cittadini hanno ben chiaro chi è che lavora per il bene dell¹Italia e chi invece fa il contrario.

Siate dunque sereni, diffondete come sempre, e ve ne ringrazio molto, il nostro messaggio e prendetevi da me un forte, fortissimo abbraccio.

Silvio Berlusconi

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