Riunione del 7 agosto 2002
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per ingrandirle - Selezionate "Riunioni" per ritornare all'indice delle riunioni. Narrativa a cura di  Luisa Gabbiani Flynn.
 
   Dopo i benvenuti di prammatica Franco Giannotti ha annunciato l’inizio delle pratiche per formalizzare il forum Italiano per piacere in un entità legale, secondo le regole degli enti “not-for-profit”.  In tale modo contribuzioni monetarie da parte di soci e benefattori saranno defalcabili dalle loro dichiarazioni sui redditi. 
   La prassi è stata affidata ad uno dei nostri soci più assidui, l’avvocato John Rava.  È significativo che sia proprio l’avvocato Rava ad aiutarci, infatti fu proprio suo padre,  Paul Rava, avvocato e caro amico, a fondare la prima associazione culturale italiana a St. Louis. La famiglia Rava continua quindi ad essere all’avanguardia dell’italianità a St. Louis.
   I dettagli verranno annunciati più avanti, comunque Giannotti ha voluto presentare il primo Consiglio di amministrazione di Italiano per piacere, formato da:  Franco Giannotti, Luisa Gabbiani Flynn, Mario Artioli, Gaudio Delle Cese e Nerina Giannotti. 
Franco Giannotti
Luisa Gabbiani Flynn
Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571 – 1610)

   In occasione della mostra al St. Louis Art Museum dei pittori barocchi Orazio e Artemisia Gentileschi, seguaci del grande pittore Caravaggio, Luisa Gabbiani Flynn ci ha portati in un viaggio nel tempo e precisamente alla Roma del 1600, la Roma di Caravaggio, conosciuto sia per i suoi dipinti che per la sua vita avventurosa e piena di eccessi.  In lui bisogna riconoscere soprattutto l’innovatore, colui che lasciò lo stile tradizionale della sua epoca, conosciuto come Manierismo, quel tipo di pittura, di moda nel tardo 1500, che rappresentava immagini di grande emozione, figure allungate e idealizzate e soggetti artificiali.  Invece il Caravaggio è maestro del realismo:  egli rappresenta la realtà com’è, senza cercare di renderla più accettabile o meno rozza.  Questo però non vuol dire che semplicemente “copiasse” quello che vedeva:  come con tutti i grandi artisti, ciò che rende i suoi dipinti dei capolavori è la sua interpretazione, la sua visione, il suo tocco, la sua originalità e il buon uso delle techniche imparate dai grandi maestri che lo avevano preceduto.

   Dimenticato per 300 anni perché considerato “il pittore di cose brutte e peccaminose” come dice John Ruskin nel 1800, viene oggi riconosciuto come uno dei più grandi pittori di tutti i tempi. 
   Michelangelo Merisi da Caravaggio nasce a Milano nel 1571, il primo di quattro fratelli, da una famiglia benestante proveniente da Caravaggio, in provincia di Bergamo.  I suoi genitori sono Fermo Merisi e Lucia Aratori.  Nel 1571 si trovavano a Milano, dove il padre svolgeva il suo lavoro di architetto-soprintendente agli edifici di proprietà del marchese di Caravaggio.  Il padre negli atti viene definito magister, cioè libero professionista, e in questo piccolo centro del bergamasco effettivamente i Merisi sono ricordati nei documenti come proprietari di terreni.  Nel 1576 a Milano scoppia la peste e Michelangelo viene mandato a Caravaggio. 
   La famiglia lo segue nell’anno successivo, ma in quell’anno il padre muore. 
   Mentre i fratelli Ludovico e Giovanni Battista si fanno preti, nel 1584 Michelangelo viene mandato a Milano come apprendista di Simone Peterzano, un pittore che seguiva lo stile dei pittori veneti e lombardi e che oggi è noto soltanto per essere stato il maestro di Caravaggio. 
   Nel 1588 Caravaggio completa il suo apprendistato:  ha soltanto 17 anni, troppo giovane per avere il proprio studio.  La madre muore nel 1590 e nel 1592 la proprietà viene divisa tra gli eredi.  La sua parte è di 393 lire imperiali, il che è abbastanza per dargli da vivere per un paio d’anni.  Ad ogni modo pare che questo sia l’anno in cui Caravaggio partì per Roma, probabilmente a piedi, con un fardello sulle spalle, come facevano i viaggiatori del tempo.  Durante il suo viaggio è probabile che abbia visitato varie città e studiato i capolavori dei vari pittori.
   Arriva a Roma alla fine del 1592.  Roma era una città di circa cento mila abitanti, più piccola di Napoli e Venezia, dominata dallo stato della chiesa, come tutta l’Italia centrale. 
   Era una città cosmopolita e un centro artistico molto importante.  Gli artisti venivano lì per trovare un mecenate, di solito un ecclesiastico amico della curia, che li ospitasse, gli desse la possibilità di lavorare e gli procurasse fama e possibilmente ricchezza.  Nella città c’era molto intrigo.  Il papa era Clemente VIII Aldobrandini, quello stesso papa che nel 1599 farà decapitare tutta la famiglia Cenci, inclusa la famosa Beatrice Cenci, per ottenere la sua proprietà.  Caravaggio non godé mai del favore del papa, però godé del favore di alti prelati che facevano parte della curia.  In un anno era entrato a far parte del cerchio degli artisti e dei letterati nel quale aveva molti amici.  Per un po’ di tempo lavora per Monsignor Pandolfo Pucci di Recanati, un avvocato per il Vaticano, che Caravaggio lo chiamava “Monsignor insalata”, perché a cena gli dava da mangiare soltanto insalata.   Più tardi lavora per Valentino, un mercante d’arte, che lo paga male.  E’ in questo periodo che nasce la sua amicizia con Mario Minniti, un pittore che resterà con lui fino al 1600. 

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