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QUESTA VOLTA TUTTI CON BUONOCORE CONTRO I CONSOLI CHE NON SANNO L’ITALIANO
aise\ - 14/02/2005   ore 19.06  Italiani nel mondo

 
LOS ANGELES\ aise\ - Sono passate quasi tre settimane da quando l’Aise ha pubblicato il primo intervento di Gennaro Bonocore, il coordinatore del Ctim dell’Arizona che, nel suo articolo, lamentava "l’incompetenza e l’inefficienza non solo del Console di Los Angeles, Diego Brasioli, ma anche di altri rappresentanti diplomatici, soprattutto Onorari" (vedi AISE del 25 gennaio 2005 h.15.45). Da allora, in molti sono intervenuti, soprattutto in difesa del console(vedi AISE del 2 febbraio 2005 h.14.52). Oggi, no. Per la par condicio ecco due interventi di chi sta con Bonocore, per rivendicare, dicono, "la dignità di essere rappresentati da persone che conoscono l’Italia e l’italiano".

"Sono rimasto di stucco, quando, leggendo l'articolo del nostro connazionale Gennaro Buonocore, sono venuto a sapere che ci sono membri del corpo diplomatico italiano negli Stati Uniti che non sanno né parlare, né leggere, né scrivere l'italiano", esordisce John Adamo. "Buonocore vive in Arizona e ha avuto la temerarietà di chiedere che il vice console d'Italia in quello stato – il quale non conosce l'italiano - venga sostituito da qualcuno che
sia in grado di comunicare con la gente che rappresenta. Una presa di posizione direi logica. Una logica che non regge per alcuni che hanno attaccato Buonocore, nessuno dei quali, sottolineo, vive in Arizona". "Solo fra italiani – continua Adamo - potrebbe nascere una polemica del genere. Chi riesce ad immaginare un vice console francese che non conosca il
francese, un tedesco che non conosca il tedesco, e cosi via? Poveri italiani di Arizona! Non meritate, chissà perché, qualcuno in grado di tutelare i vostri interessi.

L'ironia è deliziosa. Buonocore scrive in italiano. E chi lo attacca - e quindi di conseguenza difende il vice console - scrive in italiano. L'unico che non può seguire la polemica è proprio la persona che l'ha suscitato, e cioè il vice console analfabeta (in italiano, si intende)".

"Ci sono criteri ben precisi che regolano la selezione di vice consoli italiani e che richiedono, fra l'altro "la sufficiente padronanza della lingua italiana - oltre che, di preferenza, della cittadinanza italiana, come disposto dall'articolo 47 del DPR 18/1967, costituisce un requisito
altrettanto basilare, per una considerazione complessiva d'immagine e per la capacità del funzionario consolare onorario di mantenere rapporti con interlocutori italiani, sia in loco che provenienti dall'Italia. Si possono considerare eccezioni in situazioni locali ove non vi siano altri candidati idonei in possesso della lingua italiana" (Vedi nota del consigliere Alberto
Galluccio dell'Ambasciata Italiana del 17 gennaio 2005).

"Siccome nessuno sostiene che in Arizona non ci sono cittadini italiani che sanno l'italiano, - conclude Adamo - spetta a chi vuole difendere la situazione attuale spiegarci perché i criteri sopracitati non vengono rispettati".

"Molto turbato e profondamente offeso nella mia coscienza e dignità di Italiano nel sapere che non solo in Arizona, ma in tutti gli Stati Uniti, esistono parecchi Consoli e Vice-Consoli Onorari che non sanno parlare l'Italiano" si sente anche Salvatore Ferrigno che si domanda pure "cosa canteranno al posto dell'"Inno di Mameli" nei Cerimoniali dove sono invitati
in Rappresentanza del Governo Italiano visto che non conoscono la lingua Italiana, forse in questo caso e in via del tutto eccezionale gli viene concesso di cantare "The Star-Spangled Banner"?" Ferrigno, però, solleva un altro problema: "Se consideriamo la figura dei Consolati e Vice-Consolati Onorari rilegata solo alla funzione di rappresentanza Diplomatica, questa
situazione non sarebbe drammatica, ma se per puro caso vorremmo che il loro ruolo possa essere d'aiuto e da tramite ai Consolati Generali nel servire i nostri connazionali italiani al disbrigo delle loro pratiche? Entreremmo veramente nel grottesco".

"Sono convinto – continua Ferrigno - comunque che i vertici del nostro Governo non siano ancora a conoscenza della gravità del problema, e perciò che ci dobbiamo far carico di denunciare queste vergogne, affinché il nostro Parlamento possa attraverso proposte di legge presentate dai nostri garanti politici essere in grado di poter emanare delle leggi atte a punire e scoraggiare qualsiasi tentativo di distruzione della nostra Identità Nazionale. Sono infine convinto che essendo i Comites composti da persone democraticamente elette fra i cittadini italiani all'estero a difesa dei propri diritti e interessi debbano essere quegli organi di garanzia atti a controllare l'idoneità di tali Consolati e Vice Consolati Onorari attraverso
dei pareri vincolanti in modo da garantire al massimo la trasparenza e la qualità del loro servizio". (aise)

vedi Arizona: terra di sogni e di chimere