LOS ANGELES\ aise\ - Sono passate
quasi tre settimane da quando l’Aise ha pubblicato il primo intervento
di Gennaro Bonocore, il coordinatore del Ctim dell’Arizona che, nel suo
articolo, lamentava "l’incompetenza e l’inefficienza non solo del Console
di Los Angeles, Diego Brasioli, ma anche di altri rappresentanti diplomatici,
soprattutto Onorari" (vedi AISE del 25 gennaio 2005 h.15.45). Da allora,
in molti sono intervenuti, soprattutto in difesa del console(vedi AISE
del 2 febbraio 2005 h.14.52). Oggi, no. Per la par condicio ecco due interventi
di chi sta con Bonocore, per rivendicare, dicono, "la dignità di
essere rappresentati da persone che conoscono l’Italia e l’italiano".
"Sono rimasto di stucco, quando, leggendo
l'articolo del nostro connazionale Gennaro Buonocore, sono venuto a sapere
che ci sono membri del corpo diplomatico italiano negli Stati Uniti che
non sanno né parlare, né leggere, né scrivere l'italiano",
esordisce John Adamo. "Buonocore vive in Arizona e ha avuto la temerarietà
di chiedere che il vice console d'Italia in quello stato – il quale non
conosce l'italiano - venga sostituito da qualcuno che
sia in grado di comunicare con la
gente che rappresenta. Una presa di posizione direi logica. Una logica
che non regge per alcuni che hanno attaccato Buonocore, nessuno dei quali,
sottolineo, vive in Arizona". "Solo fra italiani – continua Adamo - potrebbe
nascere una polemica del genere. Chi riesce ad immaginare un vice console
francese che non conosca il
francese, un tedesco che non conosca
il tedesco, e cosi via? Poveri italiani di Arizona! Non meritate, chissà
perché, qualcuno in grado di tutelare i vostri interessi.
L'ironia è deliziosa. Buonocore
scrive in italiano. E chi lo attacca - e quindi di conseguenza difende
il vice console - scrive in italiano. L'unico che non può seguire
la polemica è proprio la persona che l'ha suscitato, e cioè
il vice console analfabeta (in italiano, si intende)".
"Ci sono criteri ben precisi che regolano
la selezione di vice consoli italiani e che richiedono, fra l'altro "la
sufficiente padronanza della lingua italiana - oltre che, di preferenza,
della cittadinanza italiana, come disposto dall'articolo 47 del DPR 18/1967,
costituisce un requisito
altrettanto basilare, per una considerazione
complessiva d'immagine e per la capacità del funzionario consolare
onorario di mantenere rapporti con interlocutori italiani, sia in loco
che provenienti dall'Italia. Si possono considerare eccezioni in situazioni
locali ove non vi siano altri candidati idonei in possesso della lingua
italiana" (Vedi nota del consigliere Alberto
Galluccio dell'Ambasciata Italiana
del 17 gennaio 2005).
"Siccome nessuno sostiene che in Arizona
non ci sono cittadini italiani che sanno l'italiano, - conclude Adamo -
spetta a chi vuole difendere la situazione attuale spiegarci perché
i criteri sopracitati non vengono rispettati".
"Molto turbato e profondamente offeso
nella mia coscienza e dignità di Italiano nel sapere che non solo
in Arizona, ma in tutti gli Stati Uniti, esistono parecchi Consoli e Vice-Consoli
Onorari che non sanno parlare l'Italiano" si sente anche Salvatore Ferrigno
che si domanda pure "cosa canteranno al posto dell'"Inno di Mameli" nei
Cerimoniali dove sono invitati
in Rappresentanza del Governo Italiano
visto che non conoscono la lingua Italiana, forse in questo caso e in via
del tutto eccezionale gli viene concesso di cantare "The Star-Spangled
Banner"?" Ferrigno, però, solleva un altro problema: "Se consideriamo
la figura dei Consolati e Vice-Consolati Onorari rilegata solo alla funzione
di rappresentanza Diplomatica, questa
situazione non sarebbe drammatica,
ma se per puro caso vorremmo che il loro ruolo possa essere d'aiuto e da
tramite ai Consolati Generali nel servire i nostri connazionali italiani
al disbrigo delle loro pratiche? Entreremmo veramente nel grottesco".
"Sono convinto – continua Ferrigno
- comunque che i vertici del nostro Governo non siano ancora a conoscenza
della gravità del problema, e perciò che ci dobbiamo far
carico di denunciare queste vergogne, affinché il nostro Parlamento
possa attraverso proposte di legge presentate dai nostri garanti politici
essere in grado di poter emanare delle leggi atte a punire e scoraggiare
qualsiasi tentativo di distruzione della nostra Identità Nazionale.
Sono infine convinto che essendo i Comites composti da persone democraticamente
elette fra i cittadini italiani all'estero a difesa dei propri diritti
e interessi debbano essere quegli organi di garanzia atti a controllare
l'idoneità di tali Consolati e Vice Consolati Onorari attraverso
dei pareri vincolanti in modo da
garantire al massimo la trasparenza e la qualità del loro servizio".
(aise)
vedi Arizona:
terra di sogni e di chimere